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Geneva Blues Summit
11 aprile 2008
Dietro un nome evocatore di vecchie e gloriose incisioni, che ricordano anche il ruolo centrale giocato dalla città di Calvino una trentina d’anni fa nella diffusione del Blues in Europa, c’è un nome, Laurent Gilléron, e un pugno di fedeli sponsors.
Quasi un affare di famiglia. Tutte le volte l’impresa consiste nell’organizzare un concerto senza perdite finanziarie impresa non facile, domandare in giro. Laurent Gilléron, chitarrista provetto, ama convocare sotto le jet d’eau chitarristi di grande levatura tecnica: Lurrie Bell, Junior Watson, Joe Moller e in questo 11 aprile, la promessa Mike « Monster » Welch, ex-enfant prodige delle 6 corde, che in questa veste accompagna un’altro habitué ginevrino, il cantante Darrell Nulisch. La sezione ritmica non è da meno: Rob Stupka alla batteria e Steve Gomes al basso, accompagnatori abituali di Nulisch, sono due musicisti assai solidi e talentuosi. Sveliamo subito la nostra opinione su Mike «Monster»: ottima tecnica, buona conoscenza della chitarra Blues, ma ancora poca personalità, una dote raramente innata che si può rinforzare col tempo. Mike è sulla buona strada, lasciamolo crescere.
Invece ci piace sottolineare l’ennesima grande prestazione di Darrell Nulisch, un cantante dalla voce vellutata e i modi gentili, che ha ripreso in mano l’armonica, come faceva diversi anni fa. Professionista da 30 anni, Nulisch ha un percorso di tutto rispetto: prima di formare una band tutta sua, i Texas Heat nel 1991, era stato il cantante nei gruppi di Anson Funderburgh, Mike Morgan e Ronnie Earl.
Le sue canzoni vedi “You’re the one” e “After all” - sono sempre di grande presa, e i remakes marcati da nuova verve, come “Pouring water on a drowning man”. In periodi meno avari, sarebbe una stella Soul di prima grandezza: right place, wrong time. Comunque un cantante fuori dal comune.
Luca Lupoli
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