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Jack Bruce - Can You Follow (box 6 cd)
(Esoteric/cherry red/audioglobe)



45 anni tutto d’un fiato. Questo lo slogan di Can You Follow, sei cd che mostrano inconfutabile il talento di Jack Bruce, bassista, cantante, violoncellista, pianista dalle infinite soluzioni armoniche ma prima di tutto melodista di vaglia dalla fredda Scozia.
Dagli incerti esordi con i giganti del blues Alexis Korner e Cyril Davies nel 1962 - le session qui riproposte sono tratte dal celebre Bootleg Him di Korner pubblicato dalla Rak inglese nei primi settanta - alla scoperta della propria personale originalità con l’esplosione di gioia di I Feel Free, passaporto per il successo dei Cream, un supergruppo già sulla carta destinato al successo.
Can You Follow propone pagine bellissime e rarità ( attenzione ai mix mono dei Cream totalmente diversi dai mix stereo!) che per alcuni rappresentano il Santo Graal della lunga carriera di Bruce, ancora oggi uno dei musicisti più popolari d’Inghilterra che mostra attraverso il suo amore per il jazz, forse vero filo conduttore del box, lo spirito di non compromissione che da sempre anima la sua vita artistica.
Jack lascia, solo 65enne, alla storia temi straordinari - non solo quelli dei suoi primi album solisti ma anche quelli tratti da album più recenti come i bellissimi Shadow in The Air e More Jack Than God, qui ben rappresentati. Quel che più conta e quel che più il box ci indica è il senso di continuità che anima Bruce: progetti altissimi - come la Tony Williams Lifetime -apparentemente schiacciati da altri più imponenti - come West, Bruce & Laing - ritrovano la loro giusta dimensione nella compilazione che Mark Powell ha organizzato insieme allo stesso Jack e che mostra la valenza del bassista tra chitarrista sempre di prima qualità.
In una scorribanda attraverso i decenni e gli stili che non dimentica la bella esperienza con l’arrangiatore visionario etnico Kip Hanrahan ma anche il ritorno alle origini blues con la bella avventura di Rocket 88 ( 1979, una super blues band guidata dal sesto Stones, Ian Stewart ) Can You Follow non è mai un viaggio sull’onda dei ricordi quanto il segnale di una urgenza creativa forte che ritroviamo nei brani degli anni ottanta e novanta come Will Power o Ship In The Night o ancora Make Love, sempre scritti con il fido paroliere Pete Brown, hipster per natura, anima nera del nostro a tutti gli effetti. Opera esaustiva ma non del tutto completa - manca per motivi di diritti il fondamentale Jazz Composers’ Orchestra con Carla Bey e un cast stellare, del 1972 - Can You Follow è un’opera straordinaria che non finisce di stupire e mostra i mille volti di un talento fuori dal comune.

Ernesto de Pascale

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