AA.VV. - Nigeria 70, Lagos Jump
(Strut Records-Audioglobe)
www.strut-records.com

Nigerian music of the 70s at its best!

Generalmente pensiamo alla Nigeria come un paese tormentato dalle guerre interne, dai forti contrasti sociali, dal petrolio che dà ricchezza solo a pochissimi oligarchi, da dittature più o meno mascherate da democrazie. Eppure il miracolo della musica si compie anche in questa nazione africana posta sul delta del Niger: un fiume che tocca anche paesi sahariani come il Mali divenuto ormai per noi occidentali un vero e proprio centro di attrazione musicale. La grande via di comunicazione che porta anche suoni e ritmi, unita all'anglofonia del paese produce buona musica come quella del più noto Fela Kuti. Lo faceva anche negli anni '70, oggetto di questa antologia. Un periodo tra l'altro molto difficile per la Nigeria, reduce dall'indipendenza e dal conflitto del Biafra. Ma i risultati documentati in questo cd erano eccellenti. Perché a una prevedibile attitudine degli artisti africani al ritmo si aggiunge una particolare cura dell'aspetto strumentale. Alle percussioni, si aggiunge un uso delle chitarre che in parte ricorda quello dei musicisti di reggae e di calypso, quello dei fiati con qualche reminiscenza soul e soprattutto quello dell'organo in funzione melodica come contrappunto al canto. Un disco pieno di allegria che dimostra come dalla Nigeria si assimilasse la lezione del beat inglese (ma anche del tardo beat, e questa è una bella sorpresa come nel brano Tug of War dei The Faces), del soul americano (Hot Tears dei The Immortals) e della primo rock con caratteri world portato al successo da Carlos Santana. Di grande interesse a questo proposito è la lunga e jazzata Wetin de Watch Goat di Eric Akaeze e le più lineari Aiye Le di Olufemi Ajasa e Dododo di Sir Victor Uwaifo. Un disco che può sembrare superfluo, ma che ascolto dopo ascolto ci fa rivivere piacevolmente in un'altra dimensione geografica e temporale

Michele Manzotti