John Vester - All the Way Out West
(Venetian)
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Former member of Venice, John Vester is a Californian west coast songwriter. His new album, All The Way Out West take us on a trip through his Country, through his life, through his heart. Bringing sunshine, smiles and grins in splendid swinging up-tempos and tender little chansons

Originario di Cincinnati, Ohio, John Vester è uno dei principali esponenti di quella che è stata definita la rinascita della West Coast Music degl’anni novanta. Membro fondatore con i fratelli Lennon dei Venice, versione moderna di CSN, apprezzatissimi da David Crosby, Vester, ha da qualche tempo intrapreso una fruttuosa carriera come solista cercando di capitalizzare tutta la sua esperienza. E’ proprio Michael Lennon a produrre insieme a John Vester il suo nuovo disco, All The Way Out West, mentre Mark dà il suo prezioso contributo alle vocal harmonies, risultato è un disco che pesca a piene mani nel sound della west coast degl’anni settanta. Rispetto però ai due dischi precedenti Half A World Away del 2002 e Things I Wish I Would Have Said del 2004, le cose sembrano funzionare molto meglio, innanzitutto il sound è diventato molto più personale e molto meglio delineato, complice la partecipazione di Greg Leisz, vero valore aggiunto di questo disco e di qualche altro ospite azzeccato. Diversi sono i brani significativi, si va dall’iniziale Lucky You, che con il sapore country funge da overtoure perfetta per questo disco, passando per la title track in cui suonano i Venice al completo fino a toccare la dolcissima ballata Warm And Tender Lullaby, e il singalong di I Wish I Was Back Home In Cincinnati, con tanto di accordion in bella evidenza. Brani migliori del lotto sono As Long As It Takes e Night Becomes The Day,
quest'ultima caratterizzata da un bell’assolo di violino, mentre non sfigurano la pianistica Blue Window, il blues Beeswax Is My Beeswax e la western song No Bone To Pick With Jesus candita ancora dalla presenza di Greg Leisz al dobro. Chiude il disco la banalotta I Don't Want To Say Goodbye mesta slow song con una cornamusa un po’ fuori luogo. Niente di nuovo sul fronte west coast ma le solite classiche Dejà-Vù.

Salvatore Esposito