The albums of the band in which Dave Edmunds moved his first steps finally reissued on cd
Formatisi alla fine degli anni Sessanta in Galles, i Love Sculpture sono un trio passato alla storia soprattutto per la presenza nella loro formazione del talentuoso chitarrista Dave Edmunds, destinato da lì a p
ochi anni al successo come solista e ad altre intense esperienze musicali in gruppi come i Rockpile (che lo vedevano protagonista insieme a Nick Lowe). Al di là del virtuosistico ed intenso tocco di chitarra di Edmunds, che inevitabilmente attrae l’attenzione di chi ascolta e determina la direzione musicale dei dischi, spesso interpretati semplicemente come l’occasione per Edmunds di esprimere le sue capacità individuali, ascoltando Blues Helping e Forms and feelings oggi, ristampati dall’etichetta Esoteric Recordings, ci si rende conto che i Love Sculpture avevano anche una non trascurabile identità di gruppo. Legata fin dagli esordi al blues, la band debuttò nel 1968 con un album in cui rivisita grandi classici che vanno da I believe to my soul e Come back baby di Ray Charles a Summertime di Gershwin. Cavalcare l’onda del British-blues, però, fu per i Love Sculpture più una casualità che il risultato di un preciso progetto. Edmunds e il bassista John Williams suonavano già da alcuni anni in un altro progetto, The Image, che aveva cominciato a registrare alcuni brani con Kingsley e Charles Ward del Rockfield recording studio, e che nel 1967 cambiò il nome in Love Sculpture con l’aggiunta del batterista Congo Jones. Kingsley Ward e Malcom Jones (il creatore della Parlophone, la divisione underground della EMI) suggerirono alla band, seguendo le orme tracciate da Savoy Brown, Fletwood Mac e Chicken Shack, di avventurarsi lungo la strada del blues. “Non sapevo niente del blues” ha dichiarato anni dopo Edmunds riguardo a Blues Helping “La EMI voleva una band di blues, come tutte le altre etichette all’epoca, e ci chiesero se volevamo essere noi quella band. Ci mandarono alcuni nastri e ci dettero la possibilità di registrare un album. E’ stato il nostro entusiasmo verso l’idea di registrare un disco, non il blues, che ci ha portato a registrare quell’album. Ho ascoltato un po’ di dischi di B.B.King e un po’ di altre cose varie, oltre a Bluesbrakers di John Mayall da cui ho cercato di rubare tutti i licks che potevo a Eric Clapton”. Nonostante la parte importante giocata dalle coincidenze, i Love Sculpture dimostrarono nel loro primo disco di saper affrontare con grande profondità il repertorio blues, con un Edmunds che con il solo uso di una Gibson 335 del 1959 e di un Fender ottiene un suono genuino e graffiante, che colpisce specialmente quando affronta brani come Wang Dang Doodle di Willie Dixon.
Poco dopo la pubblicazione dell’album, il gruppo, ospite allo show “Top Gear” di BBC Radio One, registrò una esplosiva versione del brano Sabre Dance, così riuscita che lo staff del programma venne inondato dalle richieste di replicare la session. Il singolo, pubblicato dalla EMI in tutta fretta, venne accolto a braccia aperte dal grande dj John Peel, che ne profetizzò l’ingresso nella top ten.
I tempi erano maturi per cominciare a lavorare ad un secondo album, che i Love Sculpture orientarono più verso l’ambito psichedelico e underground ( territorio il cui pubblico era estremamente devoto e affezionato a Peel). Nasce così Forms an feelings, che raggiunse la pubblicazione nel 1969. Il gruppo si allontana dal blues, pur non rinunciando all’interpretazione e all’inserimento in scaletta di un brano come You can’t catch me di Chuck Berry. Edmunds si confronta anche con la trasposizione in versione rock di due brani di musica colta: il primo è Farandole di Bizet, il sencondo è Mars dalla suite I Pianeti del compositore del Novecento Inglese Gustav Holst. Più ambizioso forse, ma meno diretto, l’album resta un po’ più in ombra rispetto all’ottimo Blues Helping, e trova i suoi numeri migliori proprio nei brani ancora blues come You can’t catch me. Gli arrangiamenti dei brani classici, invece, si avvicinano di più al concetto, creativamente meno interessante, di costruire un trampolino di lancio per il talento individuale di Edmunds. L’album è comunque un buon seguito al primo, e in scaletta aggiunge, novità fino a quel momento, anche tracce più pop melodiche come People, People.
Nei tardi anni Sessanta in parte scavalcati dalla critica, i Love Sculpture meritano oggi tutta l’attenzione che non ottennero all’epoca, grazie alle ristampe di questi due notevoli album in cui, oltre alle buone rimasterizzazioni, compare anche una discreta carrellata di bonus tracks, nel caso del secondo album costituita soprattutto da single versions.
Giulia Nuti
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Track List
Blues Helping
1. Stumble Listen
2. 3 O'Clock Blues
3. I Believe To My Soul
4. So Unkind
5. Summertime
6. On The Road Again
7. Don't Answer The Door
8. Wang Dang Doodle
9. Come Back Baby
10. Shake Your Hips
11. Blues Helping
BONUS TRACKS
12.Morning Dew (take me for a walk)
13.It's a wonder
14.River to another day
15.Brand new woman
Forms and feelings
1.In the Land of the Few
2. Seagull
3.Nobody's Talking
4.Why (How Now)
5.Farandole
6.You Can't Catch Me
7. People People
8.Mars
9.Sabre Dance
BONUS TRACKS
10.Think of love
11.Seagull(single version)
12.Farandole(single version)
13.In the land of the few(single version)
14.People, people (Single version)
15.Sabre Dance(single version)
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