An overshadowed british power trio.
Richard McCracken e John Wilson avevano accarezzato il successo nei Taste insieme a Rory Gallagher mentre Jim Cregan era il talentuoso chitarrista dei Blossom Toes. Gli Stud nascono con il preciso intento di raccogliere fama e fortuna. È il 1971.
Le sei canzoni che compongono il loro debutto per la Deram riescono a contenere gli umori e le influenze più disparate: il sanguigno stomp rock di ‘Sail On’, le lunghe improvvisazioni di ‘1112235’ come solo i Man sapevano fare e le dolci e rarefatte atmosfere di ‘Turn Over The Pages’ ci presentano una band completa, matura, sicura di sé e che non si sente intimorita di gareggiare con nomi illustri del panorama rock inglese, dai Wishbone Ash, ai già citati Man passando ai Family con i quali dividono i servigi di Poli Palmer in ‘ Horizon’.
Malgrado le ottime recensioni, ‘Stud’ non ebbe riscontri di vendite significativi in Inghilterra, ma la band trovò in Germania il paese pronto ad adottarli. Alla rottura del contratto con la Deram la band, che poteva contare su un numero non indifferente di fan tedeschi grazie ai tour intensivi, potè infatti siglare un contratto con la BASF e pubblicare un secondo album nel 1972 intitolato ‘September’.
Il mancato successo in altre nazioni però minò l’equilbrio della formazione che vide perdere prima Richard McCracken (che accettò il posto negli Spencer Davis Group) e Jim Wilson fare team con Keith West dei Tomorrow nel progetto Moonrider. A Jim Cregan non restò altro che entrare nei Family giusto in tempo per registrare il loro ultimo album ‘It’s Only A Movie’.
Jim Wilson riformerà gli Stud seza troppa convinzione in compagnia di Snowy White alla chitarra e l’ex East Of Eden Andy Sneddon al basso. Questa formazione sarà immortalata nel live postume edito della BASF dal titolo ‘Goodbye Live At Command’ usicto nel 1973.
‘Stud’ rimane oggi, a distanza di oltre trentasette anni, un album dalla straodinaria freschezza e fascino tanto da renderlo uno di quei dischi che non deve rimanere oggetto di culto per soli collezionisti.
Jacopo Meille
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