Hank Ballard era assegnato alla linea di assemblaggio della Ford Motor di Detroit prima di essere notato da Johnny Otis a un contest per giovani talenti. Diventato cantante professionista i suoi gruppi, The Royals, per l’etichetta Federal, poi The Five Royales, e soprattutto The Midnighters, cavalcarono i primi posti delle classifiche Rythm & Blues del Billboard e la sua “Work With Me Annie” raggiunse il milione di copie seguita a ruota da Annie Had A Baby prima della fine dei cinquanta.
Ballard ebbe presto un valido motivo per passare subito alla storia: scrisse la versione originale di “The Twist” nel 1959 ma fu Chubby Checker a ottenere il più grande successo con quella canzone. Alla metà degli anni sessanta il successo di The Midnighters si esaurì e Hank Ballard venne assoldato dalla King di James Brown - cresciuto osservando e studiando ogni movenza sul palco di Ballard - per una nuova, meno fiorente dal punto di vista del successo ma più interessante da quello dei contenuti, carriera.
Nothing But Good 1952 - 1962 racchiude in 5 cd gemme nascoste, alternate takes, rarità mai stampate prima, un demo che vi lascerà a bocca aperta di “The Twist” e, naturalmente, la versione di successo che Checker copiò pedissequamente. Un bel libro di Bill Dahl, completo ed esauriente alla maniera della Bear Family, rende giustizia alla grandezza di Hank spiegando bene che prima dei Temptations, dei Four Tops e degli Spinners furono The Midnighters di Hank Ballard a fare di Detroit la città principe dei cosiddetti soulful male vocal groups. The Motor City conobbe infatti l‘ebbrezza dei Top ten proprio grazie Ballard e soci e da quel momento venne guardata con diversi occhi dalla nascente industria discografica.
Hank, capace di azzannare un blues con l’intensità di un animale mordace (e qui gli esempi non mancano!) resta, secondo Dahl, un personaggio chiave del gran traghettamento del rock & roll verso lidi più leggeri e di consumo fra i cinquanta e i sessanta e figura chiave fra il doo woop dei crooners, gli urlatori blues e gli interpreti di storielle più edulcorate.
La teoria del giornalista è totalmente condivisibile. Solo la poca buona sorte e l’avvento di Checker direttamente sulla piazza di New York City come resident artist al celebre Peppermint Club (da cui Peppermint Twist) oscurarono in parte la fama di Ballard al quale anni fa venne dedicato un be documentario.
A Hank. pare di capire, importò poco tutto questo: la sua prima finalità era l’intrattenimento puro. Lui e The Midnighters si dettero infatti molto da fare in varie direzioni : spazzando, con notevole coscienza, molte abitudini pregresse e facendo fare un salto avanti alla musicale vocale nera tutto in una sola volta. Pretesero ad esempio di registrare con la propria band di cui faceva parte il chitarrista Cal Green, un eroe non cantato della prima onda del rock & roll al quale questo box rende finalmente giustizia, lo si ascolti in Finger Poppin‘Time e Let ‘Em Roll.
In questi 5 cd trovate tutto lo scibile dei primi dieci anni di musica di Ballard e trovate soprattutto una formula formidabile, coraggiosa, imbattibile: infatti a differenza di molti altri eroi del primo Rythm & Blues e del doo woop, Hank fu la vera essenza della concretezza. Nonostante le non celate influenza gospel, la musica di Ballard con The Midnighters fu diametralmente opposta a quella di tanti sui coetanei, prediligendo testi pieni di doppi sensi che lasciavano poco spazio all’immaginazione rompendo molte barriere della comune accettabilità degli anni cinquanta. Anche in questo, insomma, fu un innovatore da riscoprire e rivalutare a fondo.
Ernesto de Pascale
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