After the great successes of Mescalito, Ryan Bingham comes back with Roadhouse Sun. Produced by Marc Ford, this new album features great roots songs and some desert ballad.
Dopo il grande successo riscosso da Mescalito, Ryan Bingham era atteso alla prova del nove con questo nuovo disco, Roadhouse Sun. La ricetta rispetto al passato non è cambiata. Al suo fianco ci sono i fedelissimi Dead Horses e in cabina di regia ovviamente è stato riconfermato Marc Ford. Squadra che vince non si cambia, è vero. Ciò che è cambiato, certamente in meglio, è il suo songwriting. In questi nuovi dodici brani emerge un songwriting più maturo capace spaziare da polverose ballate desertiche a rocciosi brani country rock fino a toccare alcuni spaccati roots. Roadhouse Sun è dunque un disco solido e profondo e pur partendo da dove si era chiuso Mescalito ne amplifica e ne migliora i contenuti, confermando che il roots rock interpretato da Bingham è quanto di più originale questa scena abbia prodotto a partire dagl’anni ottanta. Eccellenti sono brani come Bluebird che ci riporta dritto al sound dei dischi di T-Bone Burnett, o la spettacolare Endless Way o ancora il brano di apertura Day Is Done. Tuttavia particolarmente significativo, per comprendere la profondità del songwriting di Bingham, ci sembra in particolare Dylan’s Hard Rain, uno dei vertici del disco e nella quale l’autore chiede a Dylan, un po’ come fece Joan Baez in To Bobby, di tornare a scrivere canzoni di protesta. Sia chiaro il brano in questione, ha per il sottoscritto, lo stesso significato che può avere Christmas In Washington di Steve Earle, tuttavia la sensazione è che Bingham abbia voluto trasmettere quel senso di vuoto di ideali che da molto tempo anima il mondo della musica. Al posto di Dylan ci sarebbero stati bene anche Crosby, Stills & Nash, o ancora un Phil Ochs. Oggi giorno manca il coraggio di combattere, è questo il grande messaggio che Bingham vuole trasmetterci, ed in parallelo ci sembra che lui stesso voglia sottolineare l’esigenza di riprendere la parola da parte della musica. Insomma Roadhouse Blues è un disco che merita grande rispetto, e tutta la nostra ammirazione perché il suo autore è una sicura promessa per il rock americano.
Salvatore Esposito
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1. Day Is Done
2. Dylan's Hard Rain
3. Tell My Mother I Miss Her So
4. Country Roads
5. Bluebird
6. Snake Eyes
7. Endless Ways
8. Change Is
9. Rollin' Highway Blues
10. Hey Hey Hurray
11. Roadhouse Blues
12. Wishing Well
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