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INTERVIEW
Intervista Unthanks
Nel 2007 The Bairns fu considerato migliore album folk di una nuova generazione di artisti legata alla tradizione di storie e di racconti popolari.
La vedeva così la rivista anche Rock & Reel che volle attribuire al secondo disco delle sorelle Unthanks questo prestigioso titolo che oggi è stato radicato dal più recente Here ’s The Tender Coming.
“Veniamo dal Northumberland, sopra Newcastle, in alto a destra dell’Inghilterra oltre i confini delle carte geografiche, lì ci vive solo Harry Potter! e pare che la luce elettrica sia arrivata solo quando, da piccole, venivamo portate dai nostri genitori a ballare e cantare alle riunioni popolari di square dance. Per noi fare dischi è stato quasi naturale. Ci stupisce il successo e vedere il pubblico così attento in luoghi così diametralmente opposti dai nostri di appartenenza. E’ la magia della musica che si rinnova nella tradizione”.
Incontrate in Italia durante la recente tourneè che le ha viste esibirsi per la prima volta qui da noi Rachel & Becky - in Inghilterra tutti parlano di loro nei giri del nuovo folk che contano - non paiono essersi scomposte molto perché per realizzare i loro 3 album hanno lavorato bene ma senza particolari strategie né ricercatezze.
“Le canzoni del disco sono (quasi) tutte tradizionali del Nord-est, insegnate dal papà, dalla mamma (entrambi cantati), dallo zio, dall’amico del nonno pescatore, pescate in biblioteche di paese che nessuno visita più e nelle campagne del Tyneside. Canzoni marinare, canzoni di frontiera, danze, piccole raffinate melodie “ ci dicono entusiaste.
Le due sorelle che cantano spesso sole oppure accompagnate dal piano di Adrian Mc Nally, loro arrangiatore e produttore, e dal fiddle di Niopha Keegan mentre qui e lì una sezione ‘archi contribuisce all‘atmosfera generale, consumano poca elettricità e le poche percussioni usate contribuiscono a dare alla loro musica un tono ancora più elegiaco.
“ C’è una indubbia qualità oscura e magica nella musica - affermano e ciò è sottolineato per il loro amore per artisti quali Nick Drake e Penguin Cafe Orchestra - che noi per prime non possiamo né sappiamo allontanare”, e aggiungono” ci sono molto nuovi nomi del nord d’Inghilterra e della Scozia che viaggiano nella nostra stessa direzione - citando Alisdair Roberts - che stanno cambiando profondamente il folk d’autore”:
Se ne sono accorti bene alla BBC dove hanno fatto manbassa di premi alla edizione 2008 del prestigioso Folk Awards senza che la loro vita cambiasse poi più di tanto.
“ Ci sono canzoni dal nostro repertorio che hanno poco a che fare con il folk rock tradizionale, che rispettiamo,artisti come Fairport Convention o Steeleye Span che sono ogi icone ma poco tangibili. Per noi due ci canzoni a cui siamo più vicine per geografia sentimentale come Sea Song di Robert Watt (da Rock Bottom, 1975) che serve a ricordarci, se mai ce ne fosse bisogno,la grandezza della scrittura melodica, A Minor Place di Bonny Prince Billy di cui cerchiamo di recuperare tutta la sua essenza folk perdendo forse in contenuti ma tenendo forte la forma. E la forma - aggiungono ammiccando - ai Folk Awards conta molto se sei un novizio!”.
Il senso di understatment - tanto di moda oggi - attraversa la vita, le voci e i gesti delle due sorelle, 32 anni Rachel, e 25 anni Becky, che ricordano con il loro blend vocale le sorelle McGarrigle o le Roches più intimiste mentre drones e armonie si intrecciano riempiendo i vuoti antichi che il canto accappella richiede da tempo immemore. Eco di The Waterson/Carthys, June Tabor, Joni Mitchell degli esordi appare e scompare e mantiene tensione in una atmosfera calda, intesa, classicheggiante per cui tutti hanno gridato al capolavoro
“Noi non ce ne accorgiamo più di tanto - dicono con modestia e semplicità - continuiamo il nostro lavoro in pace e serenità. Se pensiamo alla musica di una volta pensiamo ai Pentangle, a Drake, ad emozionarci noi per prime e preferiamo l’Europa continentale a Londra dove tutto deve essere alla moda e di tendenza, anche il folk - incalza Becky a Rachel - e dove addirittura il nostro dialetto del nord, da vere “Geordie” !, è quasi disprezzato. Sappiamo però - affermano con un certo orgoglio provinciale - che è andata così a altri ben migliori di noi, prima di noi”.
Nel giro di solo cinque anni le sorelle Rachel e Becky Unthank hanno conquistato un posto speciale nel folk inglese. Le giovani ragazze del nord east sono infatti riuscite a superare il pluripremiato The Bairns - un album che mostrò le loro rigorose peculiarità - con una nuovo disco riflessivo e melanconico, Here ‘s The Tender Coming, ricco di chiari scuri e dominato dalla indolente istintività della coppia, capace di emozionare.
“ Abbiamo voluto rischiare del nostro - e dal vivo si vede! - abbiamo cercato di scrivere nuove pagine per la canzone tradizionale ma con tutta la buona musica che già esiste è molto dura - ammettono. La questione, e ne abbiamo parlato spesso fra The Barns e Here’s The Tender Coming fra di noi, era se saltare il muro e trasportare la storia della nostra terra e della nostra gente in qualcosa di organicamente originale oppure cantare e suonare, se pur benissimo, repertorio esistente con stilemi attuali. Abbiamo però pensato che era giusto provarci, che abbiamo tempo davanti e che le storie non sono mai dette tutte né mai dette nello stesso modo e le puoi osservare da un punto o da una prospettiva diversa. I premi del folk awards ci hanno spinto a implementare originalità”.
Gli esercizi di memoria messi in musica da Becky e Rachel Unthanks non sono mai fini a se stessi e le ragazze si producono in una austera quanto meritoria opera di divulgazione che distingue la loro proposta da tante altre. Il futuro pare lumincoso.
“ La differenza speriamo - dice Rachel, la maggiore delle due sorelle - sta soprattutto nel tono sperimentale che ha già fatto gridare allo scandalo gli integralisti. E’ così, d’altronde, che si scrivono le grandi canzoni: lasciandosi dietro il passato senza mai dimenticarlo del tutto“.E aggiunge Becky “ e da quando abbiano avuto la benedizione del grande produttore Joe Boyd si sentiamo più forti e motivate che mai!”.
Ernesto de Pascale
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