Il cantautore di Seattle Damien Jurado gioca per il suo decimo album di studio una carta inedita, facendo coppia con il suo compagno di etichetta Richard Swift che siede al posto del produttore.
Saint Bartlett giunge a due anni di distanza dal precedente Caught in The Trees e segna una crescita nello stile artistico del cantautore. La mano di un produttore adatto a lui gli permette di sviluppare la linea già sperimentata con Caught in The Trees, creando l'interessante dimensione di un sinfonismo pop leggero, con arrangiamenti curati, un suono più ampio, armonie più distese.
Pur conservando caratteristici momenti introspettivi e sussurrati, come nelle suggestive Kansas City e Pearl, tipici di qualche disco precedente come And now that I’m in your shadow, Jurado sembra essere oggi più consapevole delle sue capacità espressive a tutto tondo.
Ci sono la malinconia, la tristezza, il racconto delle emozioni e dei ricordi immortalati in commoventi paesaggi sonori dalle tinte pastello, ma c'è anche una pasta sonora più convincente e un'attitudine più brillante.
Tra Elliot Smith, Jens Lekman, Anthony & the Johnson e Nick Drake, Damien Jurado, come il buon vino, migliora nel corso del tempo.
Giulia Nuti
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