The masters of meltin-pop music, the famous Apples in Stereo, returns with an opus which features a sound that arrives right from the digital lo-fi era of late seventies and eighties: a mix of super-catchy melodies and naïf music patterns. Brilliant, fresh and smooth!!!
Ascoltando Travellers in Space and Time si ha sensazione di avere quasi a che fare con una musica talmente fantastica e posticcia da sembrare sintetica, nel senso materiale della parola: i The Apples in Stereo in fondo vogliono esattamente questo. Proporci della musica che ci riporti indietro nel tempo all’epoca degli albori della tecnologia digitale, assaporandola e godendola con lo spirito naif ed eternamente adolescenziale senza il quale non si può apprezzare delle proposte cosi retrò.
La storia degli Apples in Stereo giunge quindi al settimo lavoro in studio per l’etichetta Yep Rock/Simian dell’attore/appassionato di musica Elijah Wood (il Frodo del Signore degli Anelli…), con Robert Schneider ancora mente creativa del gruppo, ma con il ritorno degli storici membri John Hill e Eric Allen, più i nuovi John Dufilho alla batteria e Bill Doss e John Ferguson alle tastiere.
Travellers è un disco fra l’operazione nostalgia per stili e sonorità power-pop e psichedeliche, il tutto sotto il restauro post-moderno tramite un’aura lo-fi di blando sinth-pop e pop-rock elettronico.
Aldilà della relativa originalità di un disco con certe determinate premesse, bisogna dar merito al gruppo americano di avere davvero un gusto ed un indiscutibile bravura nel confezionare un prodotto veramente accattivante a livello melodico, come pure di essere dei campioni nell’evocare le sopracitate atmosfere pop culture: per niente casuale infatti l’appeal assolutamente radiofonico non che pubblicitario delle loro melodie, utilizzate a più riprese per numerosi spot in questi anni.
Pur risultando spesso un po’ sguaiati e stucchevoli, la bravura degli Apples in Stereo è fuori discussione.
Nel disco si gioca e gigioneggia con sonorità che spaziano dal sinth-pop dancereccio rigorosamente ’80 revival (“Dream About the Future”, “Hey Elevator” ), ad altre con un mood più sofisticato e funky-elettronico come “Dance Floor”, “C.P.U.” potrebbe facilmente risultare come un meltin-pot di Kraftwerk e post-punk inglese, mentre “No One in the World” potrebbe ricordare i Walker Brothers e i Turtles. “Dignified Dignitari” è un pezzo hard-rock catchy quanto basta, mentre “No Vacation” non sfigurerebbe fra il repertorio dei fratelli Gibb anche conosciuti come Bee Gees; “Next Year at About the Same Time” invece sembra proprio provenire direttamente da una band rock new wave inglese.
Lorenzo Davani
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The Code
Dream About the Future
Hey Elevator
Strange Solar System
Dance Floor
C.P.U.
No One in the World
Dignified Dignitary
No Vacation
Told You Once
It's All Right
Next Year at About the Same Time
Floating in Space
Nobody But You
Wings Away
Time Pilot
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