Nonostante facciano parte della scuderia dell'etichetta Cuneiform, Beat Circus hanno ben poco a che vedere con il jazz rock. La loro straordinaria miscela musicale è un'esplosione di suoni e di colori che guarda al country, alla tradizione americana, alla musica dei monti Appalachi, al bluegrass. Proveniente da Boston, il gruppo realizza con Boy from black mountain il suo terzo album ed il secondo in una sorta di trilogia intitolata “Weird American Gothic”. Un ensemble di straordinario talento con archi, fiati, chitarre, benjo, sezione ritmica e quant'altro, guidato dalla mente di Brian Carpenter, autore di tutti i brani.
Un circo di musica ed eclettismo caratterizzato da arrangiamenti orchestrali veri e propri, con fiati, armonie di archi e cori a più voci. Uno scoppiettante carnevale in cui i ricchi e curati arrangiamenti non fanno altro che arricchire brani che già si reggono bene i piedi da soli all'origine dal punto di vista della scrittura. Una sorta di versione country uptempo di quello che potrebbe essere un mix tra Bell Orchestra e Penguin Cafè Orchestra. Divertentissimi. Imperdibili.
Giulia Nuti
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