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Otis Taylor – Clovis people vol.3
(Telarc International, distr. Egea)
www.otistaylor.com

La scoperta di alcuni reperti appartenenti ai Clovis che gli archeologi hanno trovato a pochi metri dalla abitazione di Otis Taylor, è stato solo il pretesto del bluesman di Chicago per intitolare a quelli che da sempre sono considerati i primi abitanti dell'America il suo nuovo album. E' giusto fugare ogni dubbio, Clovis people vol. 3 non è stato preceduto dal volume 1 e dal volume 2, Taylor ha dato questo titolo al suo nuovo lavoro semplicemente per far capire che il suo è un ritorno al passato.
Ed in questo decimo album c'è molto del passato di Otis Taylor. Un intenso ‘profumo’ di blues pervade ognuna delle dodici canzoni eseguite con enorme passione da Taylor e dalla sua band riuscendo a non mostrare segni di cedimento. E' un album ben strutturato sin dalla scelta della scaletta che sin dalla iniziale "Rain so hard", ballata triste ed intensa che introduce l'ascoltatore al suono ipnotico che caratterizza tutto l'album.
Un equilibrio perfetto quello mostrato e raggiunto dalla band in cui nessuno prevale sull'altro, riuscendo a dare quel tocco sapiente e ricercato segno distintivo di ogni incisione di Taylor. La chitarra di Gary Moore, già ‘partner’ di Taylor negli album Definition of a circle e Pentatonic wars and love songs, si inserisce perfettamente in un contesto che per il rocker potrebbe essere inusuale. Nessun eccesso ma solo opportuni inserimenti negli ‘spazi’ a lui dedicati. Eccellente anche il ‘lavoro’ svolto alla pedal steel guitar da Chuck Campbell, membro di The Campbell Brothers, e dalla sezione ritmica composta dalla figlia appena ventiduenne di Otis, Cassie, al basso e da Larry Thompson alla batteria. A loro si aggiunge il cornettista Ron Miles, vera sorpresa di tutto l'album per le delicate sfumature che riesce a regalare. E' vero blues quello cantato da Taylor, musica da ascoltare ad occhi chiusi per riuscire a captare al meglio le emozioni che questi brani sprigionano.
La musica supporta con grande efficacia i testi che raccontano tristi storie della vita di tutti i giorni. Alle energiche di "Little Willie", "Hands on your stomach", "Harry, turn the music up", "Ain't no cowgirl", "Babies don't lie", fanno da contraltare brani più intimi come "Lee and Arnez", "Past times" in un album in cui Otis Taylor dimostra di essere uno dei pochi veri bluesman ancora in circolazione.

Giuseppe Panella

Rain So Hard
Little Willie
Lee And Arnez
It's Done Happened Again
Past Times
She's Ice In The Desert
Hands On Your Stomach
Harry, Turn The Music Up
Ain't No Cowgirl
Babies Don't Lie
Coffee Women
Think I Won't

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