Longtime comers The Sadies return with Darker Circles, their eight studio album since 1998: a gloomy but fascinating mix of surf music and folk American vibes.
I The Sadies sono uno dei gruppi “indie” più attivi e laboriosi della scena canadese di Toronto: in attività dal 1998 giungono al loro ottavo album Darker Circles, prodotto da Gary Louris (Jayhawks).
Lo stile che i Sadies propongono è l’ormai collaudato meltin-pot fra surf rock e psichedelia plumbea, unitamente a l’altra impronta preponderante all’interno del gruppo:un deciso portato stilistico variamente appartenente al folk rock, al bluegrass e alla canzone popolare di repertorio anglosassone. Il tutto filtrato dalla loro attitudine diretta da gruppo indie. Nel disco non sarà difficile scorgere echi di Coldplay (“Tell Her What I Said”) Byrds e C.S.N.Y. (“Idle Tomorrows”), e qualche slancio acido-psichedelico alla Quicksilver Message Service.
Un minestrone che potrebbe apparire apparentemente difficile da gestire, ma che invece i quattro padroneggiano con scioltezza, bravura e buona scrittura.
Certo produrre un qualcosa di innovativo con siffatte premesse è impossibile, quindi ci si deve accontentare e godere dello stile fascinoso di Dark Circles.
Il mood dell’album non potrebbe non essere ombroso e apocalittico; un’aura cui i The Sadies sono campioni nel conferire in quest’ultimo loro lavoro.
Fra i brani da menzionare sicuramente “Cut Corners”, “Tell Her What I Said”, “Violet and Jeffrey Lee” e la conclusiva strumentale “Ten More Songs”.
Lorenzo Davani
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Another Day Again
Cut Corners
Tell Her What I Said
The Quiet One
Postcards
Whispering Circles
Idle Tomorrows
Choosing To Fly
Violet and Jeffrey Lee
Ten More Songs
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