|
Emozionare e far sorridere, queste le parole chiave del terzo album del cantautore ligure Zibba. Un musicista che ha stoffa ed anni di esperienza (quasi venti), ed una band che insieme a lui riesce a costruire un sound caldo, seducente, avvolgente.
Grande varietà e coraggio nella scrittura, che corre freneticamente dal cantautorato classico a Capossela e Buscaglione, dalla musica balcanica al blues, dal reggae al rock.
L'apertura è segnata dalla scanzonata e ironica “Mahllamore”, ma non si pensi che con questo primo ascolto la direzione dell'album sia già segnata. Le sorprese si susseguono l'una dopo l'altra, dal tributo a Tom Waits di “La Saga di Antonio” al blues-spoken word di “Dauntaun”, dalla jazzata “Tutto è Casa mia” (in cui c'è l'eco di Paolo Conte) alle sonorità balcaniche di “aMMami”, fino al rock all'italiana dell'”Odore dei Treni” (dove non a caso c'è ospite Rigo Righetti).
Ci sono momenti bellissimi. Viene naturale usare questa parola per brani come “Scalinata Donegaro” o per un bel brano alla Gino Paoli come “Soffia Leggero”.
L'unica pecca del disco? Quindici brani sono tanti e certe volte si è voluto strafare. Dai tanti rumori fuori campo a “Ordine e Gioia”, che è un delicatissimo accenno nello stile di “Soffia Leggero” la cui poesia è interrotta da una non necessaria nota a margine parlata. Dall'hip hop che in mezzo ad un blues già lungo come “Dauntaun” c'entra poco, alla coda strascicata di “Una parte di te”. L 'album ci rimette in organicità.
Non ne esce invece intaccato il talento di Zibba, che dà il meglio di sé nei momenti in cui si prende più sul serio.
Giulia Nuti
|
Mahllamore
Ordine e Gioia
Una Parola, Illumina
La Saga di Antonio
Ammami
Dauntaun
Bon Voyage
Scalinata Donegato
L'odore dei Treni
Soffia Leggero
Rockenrol
Tutto è Casa Mia /Soffia Leggero swing reprise
Una Parte di Te
Quattro Notti
Dove Vanno a Riposare le Api
|
