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Primo Caserta Blues Festival
E’ una serata appiccicosa d’inizio giugno, lo stress di mille impegni settimanali mi fa venire voglia di correre via dalla città, ma è ancora troppo presto per pensare ad una vacanza.
Meglio cercarsi qualcosa da fare per distrarsi dallo stress, perché no…un bel festival blues? Da lontano già sento lo sbuffare di una blues-band, cerco di seguire il suono e mi accorgo di essere arrivato finalmente al I Caserta Blues Festival, kermesse promossa dalla Provincia di Caserta su iniziativa dell’associazione Spaghetti Blues, che raccoglie alcune delle più vivaci band del circuito blues italiano. Appena entro nell’Auditorium Provinciale, vengo letteralmente avvolto da un fiume in piena, sul palco si sta esibendo la Crossfire Blues Band di Lecce, una formazione caciarona negli arrangiamenti ma piena di voglia di ben figurare, qualcosa gira bene come alcune cover di John Lee Hooker, tuttavia il loro stile blues post-surreale lascia apprezzare solo le qualità di Gianfranco Rizzo, voce cavernosa e armonica, che con la sua verve riesce a mascherare bene gli assoli non eccellenti del chitarrista. Finito il finimondo blues leccese, è la volta dei King Biscuit Time, band messinese che questa sera si esibisce in una inedita formazione a due, Michele Lotta all’armonica e Nino Fazio alla chitarra acustica e alla voce. Il duo messinese non delude anzi è quanto di meglio visto durante tutto il Festival, infatti si avvicina con grande classe ad un ingombrante repertorio evocando gli spiriti di Mance Lipscombe, Big Billy Bronzy e Jasse Fuller. Apprezzo moltissimo la carica chitarristica di Fazio supportata alla grande da Lotta che ora al kazoo ora all’armonica regala assoli di ottima fattura. Chiude la serata la Complanare Blues Band di Brindisi, che appare a suo agio con un repertorio dall’alto tasso elettrico, sul finale davvero molto divertente è stata la jam session finale con ben quattro armonicisti presenti sul palco (Michele Lotta, Gianfranco Rizzo, Deo Pittano e Giò Vescovi).
Spinto da quanto di buono avevo visto la sera precedente, sono ritornato ad impantanarmi nelle fangose acque del blues casertano, anche in quella successiva. Escludendo la band iniziale, gli Onda Sonora, che con il blues non avevano nulla a che fare eccetto qualche brano dei White Stripes, la serata è stata leggermente inferiore come qualità ma non certo come passione infatti tutte le band che si sono esibite hanno portato in scena ottimi set. Una menzione particolare va a Giò Vescovi, organizzatore vulcanico e simpaticissimo protagonista del Festival, che durante la serata si è esibito con la sua band, dandosi un gran da fare con la sua armonica. L’onore di chiudere questo I Caserta Blues Festival, va ai famosi Blues Stuff, band partenopea che ha per anni rappresentato una delle migliori realtà del blues italiano. Il loro set è bollente e questo grazie al front man Mario Insegna e alla new entry della band Gennaro Porcelli, ottimo chitarrista slide. Anche questa serata si chiude con la più classica delle jam session finali ovvero con una corale Sweet Home Chicago.
Salvatore Esposito
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