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Montreux Jazz Festival 2004
Trentottesima animatissima edizione del Montreux Jazz Festival: al centro del foyer del palacongressi i Funk Off, la marching band nostrana d’esportazione, intrattenevano i presenti, mentre nel paradiso terrestre della Stravinski Hall si celebrava il buon gusto, lo stile, la classe e l’eleganza del blues con BB King, del New Orleans Second Line con un Dr John in gran forma e il Memphis Sound con Earl Thomas, e giù, nell’inferno della Miles Davis Hall, due piani più sotto, i Black Rebel MotorCycle Club cantavano gli anni selvaggi di Marlon Brando con il loro freak garage beat psichedelico per anime perse. La sera precedente invece solo 45 minuti striminziti per Joss Stone, la diciassettenne nuova regina del soul ma che carica e che grinta!. La giovane inglese, il cui primo album ha spopolato ovunque, si è presentata alla difficile prova del Montreux jazz festival - un palcoscenico calcato da tutte le piu' grandi prima di lei - con la inconsapevolezza della sua giovane età ma anche con tutta la grinta che si puo' avere quando si scopre di avere il mondo in mano con un solo disco all'attivo. Da "the chockin' kind" fino a "some kinda of wonderful" la Stone ce l'ha messa tutta mentre la band guidata dal chitarrista nero David Gilmore macinava alla grande. Dagli unici due brani presentati dal prossimo disco, " my body and soul", si è potuto dedurre che Joss punterà dritto a un soul marcatamente anni settanta ma - squadra vincente non si cambia! - non mollera' un attimo l'osso e terra' stretto lo scettro conquistato. Stone adesso ha solo bisogno di mettere insieme un vero spettacolo, 45 minuti sono davvero poco per questa musica!, e di assumere l'autorevolezza delle vere" lady soul". Per adesso è molto piu' di una promessa e se le composizioni originali una delle nuove due presentata l’ha scritta con la mamma - saranno all'altezza non ci vorra' molto per incoronarla a lungo regina. Prima di lei gli inglesi the Bees, descritti oltremanica con toni entusiastci che hanno pero' detto e dato poco con una mistura di brit soul misto a cori sixties e andamenti beat. Un gruppo che ruota intorno alla voce di Paul Butler dove c'è tanto ancora da lavorare. I sei hanno girato piu' volte gli strumenti fra loro ma l'impressione e' che non abbiano ancora un centro di gravita' permanente.
Che serate per un festival jazz che poco più in là, presso lo storico Casinò dove ben 38 anni fa Claude Nobs inaugurò la manifestazione, si esibiva Les Mc Cann che proprio al festival della cittadina svizzera deve la sua popolarità. E che vita per una intero borgo che sovverte per quindici giorni il proprio pacifico ordine nel nome di un evento che di jazz ha poco se non lo spirito. Ma da alcuni anni a questa parte - complici i tipi dell’Unione delle Banche Svizzere - il festival si è ampliato ed ecco allora una competizione per piano solo (con tanto di cd per i vincitori ) in cui si è apprezzato quest’anno il bel suono dell’australiano Luke Howard e le invenzioni del brasiliano David Feldman (rispettivamente 28 e 27 anni), una per voce jazz, aperta da un workshop di Al Jarreau, e una per chitarra Jazz con BB King per testimonial (ma lo sponsor era la Gibson, suo personale endorser !). Dato l’alto numero di produzioni uniche per l’Europa (come la serata dedicata alla pace con Santana insieme a Herbie Hancock, Wayne Shorter e altri) il Montreux Jazz festival mantiene un fascino irresistibile e rimane un appuntamento che sa coniugare il business - e che business!- con la qualità.
Ernesto de Pascale
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