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Artisti vari - Standing in the shadows of Motown

Nel 1959 Berry Gordy raccolse intorno a se i migliori musicisti della prosperosa scena blues e jazz di Detroit per creare un gruppo di turnisti che registrassero i brani della sua appena nata etichetta, Motown. In un periodo di tempo che sarebbe durato quasi 15 anni Johnny Griffith, Joe Hunter ed Earl “ Chunk o’ Funk” Van Dyke alle tastiere, Eddie” Chunk” Wills, Joe Messina e Robert White alle chitarre, il leggendario James “Igor” Jamerson e Bob Babbit al basso, Jack” Black Jack” Ashford, Eddie “Bongo” Brown alle percussioni e Uriel Jones, Pistol Allen ma soprattutto Enny “Papa Zita” ai tamburi sarebbero stati il cuore pulsante del Detroit Sound. Al termine di quel lungo periodo questo gruppo di musicisti i cui crediti sono stati troppo a lungo misconosciuti aveva suonato in un numero di hits che superava quello dei Beach Boys, dei Rolling Stones, di Elvis Presley e dei Beatles messi insieme che li rese la più grande macchina di successi della storia della musica Pop. Essi si dettero il nome di “Funk Brothers” ma pochi conobbero la loro vera storia.
Ci pensa oggi il regista Paul Justman con “Standing in the Shadows of Motown” un film-documentario sulla loro storia a pareggiare i conti lì dove nel 1988 lo scrittore AllaN Slutsky ci aveva provato con una bella biografia Del bassista James Jamerson ed è una gioia la sola faccia del batterista Pistol Allen al termine dei 103 minuti di musica, spettacolo e ricordi ed ascoltare le sue semplici parole “ ho aspettato questo momento tutta la vita”.
Con il senno di poi i sopravvissuti parlano con grande saggezza ma la storia descrive l’atmosfera alla Motown nei primi anni settanta, quando le cose intorno stavano irrimediabilmente cambiando, ben diversa con molta violenza latente. D’altronde per questi musicisti non c’erano molte altre strade da seguire se non continuare nel loro lavoro giornaliero.
Eppure, basta staccarsi davvero dal quotidiano per scoprire la magia, la inusuale miscela di stili e di antichi segnali, provenienti il più delle volte da un proficiente passato di jazzisti nei club cittadini, che affluiscono nei più celebri brani dell’etichetta Motown. Il film mette su un palco i sopravvissuti di quegli anni ed alcuni grandi performer di oggi, da Ben Harper a Bootsy Collins, da Chaka Khan a Mechell Ndegeocello e Monty Jordan, da Gerard Levert fino a una straordinaria Joan Osborne, per mostrarci intatta la forza delle canzoni e di uno stile semplice ma di grande effetto che gli original Funk Brother suonano ancora con la confidenza di una volta.
Costruito secondo la tecnica mista documentario-fiction “Standing in the Shadow of Motown” ha avuto più successo in Gran Bretagna che altrove dove un intero popolo che balla northern soul e deep soul guarda ancora oggi alla Motown con riverenza quasi religiosa. Una opera rivelatoria sui retroscena di una vita dura dentro Hitsville U.S.A. per una seria riflessione sul rapporto fra successo e disciplina.


Ernesto de Pascale




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