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Genesis di Mario Giammetti
(Editori Riuniti - Euro 24,00)



“Genesis” il corposo volume di 480 pagine scritto da Mario Giammetti, è una miniera di notizie sulla prog-band mito del rock progressive inglese.
Giammetti è al suo terzo libro sui Genesis (ma questo è davvero mastodontico). Ed all’universo Genesis ha dedicato anche la rivista “Dusk”, attiva dal 1991. Ha pure ideato e realizzato il primo tributo discografico a Peter Gabriel e compagni mai apparso al mondo (“The river of constant change”, Mellow Records 1995).
E non a caso il sottotitolo del libro è “Il fiume del costante cambiamento”. Giammetti condensa nelle pagine anni ed anni dedicati a studiare il fenomeno “Genesis”, con la passione del “fan” mixata con l’accuratezza e la professionalità del ricercatore e del critico musicale. Il suo è un testo corposo arricchito da più di cento foto inedite ed è completato da un’esaustiva discografia e da una videografia.
Hanno affiancato, nell’elaborazione, Mino Profumo ed Alessandro Berni che hanno curato le appendici dedicate alle tournée (il primo quelle dagli esordi al 1977, il secondo dal 1978 al 1998)
E’ davvero quello proposto un testo avvincente, che si legge tutto di un fiato.
Tra le tante fotografie pubblicate ci sono quelle di Lino Vairetti (il front-man dei partenopei Osanna); ci colpisce in particolare quella dedicata a Phil Collins che raccoglie l’applauso del pubblico al termine del concerto a Napoli del 6 febbraio 1974. Ebbene a quel concerto di oltre 30 anni fa c’era anche il sottoscritto. che ricorda perfettamente le emozioni, le vibrazioni che seppero trasmettere i Genesis. Lo stesso Vairetti in più occasioni ha sottolineato come quel concerto lo “sconvolse” letteralmente.
Nel libro ci sono anche le foto scattate da Ernesto De Pascale (patron de “Il popolo del blues”) al concerto dei Genesis di Viareggio del 20 agosto 1972. Ed è straordinario come quelle performance, per una generazione attenta al nuovo, siano stati caratterizzanti e vitali.
Nella prima parte del libro tutti i quindici album di studio dei Genesis vengono analizzati con un taglio storico e critico senza precedenti. Guidati dai ricordi degli stessi membri della band, Giammetti ha ripercorso tutta la loro carriera, a partire dai timidi passi degli studenti della Charterhouse, fino al successo in Italia e poi nel resto del mondo.
Si ritrova, tra le righe, il “fiume del costante cambiamento”…le scissioni interne, i percorsi creativi, gli alti e bassi della loro produzione. E’ insomma quello attuato il racconto del cambiamento, di una formazione che ha saputo modificare, mutare, aggiornare. Guardando sempre avanti. Non ci sono gli eccessi dei Rolling Stones o, non so, dei Led Zeppelin. Emergono musicisti, soprattutto all’esordio, timidi ed introversi che non avevano neppure il coraggio di farsi avanti con chi poteva dare una svolta alla loro carriera. Eppure il loro universo sonoro era ricco, variegato, fantastico, innovativo
La seconda parte analizza invece la feconda vicenda dei live: trent’anni sul palcoscenico: dal primo concerto ad una festa da ballo organizzato da una vicina di casa agli stadi pieni come un uovo, ma anche al ridimensionamento dell’ultimo tour del 1998 .
Giammetti, nell’introduzione si è rammaricato di non aver riportato le fonti delle citazioni, dei virgolettati.”Ho iniziato a prendere appunti per questo libro – sottolinea l’autore – nel 1992 senza curarmi di trascriverne la provenienza. E, d’altro canto sono così tante le citazioni che, a metterle tutte, il racconto sarebbe diventato talmente frastagliato da risultare virtualmente incomprensibile”.
Il libro è impreziosito da due chicche: la prefazione del chitarrista della prima ora Anthony Phillips, il cui apporto nel gruppo non sempre è stato valorizzato come dovuto; la nota autografa di Phil Collins che giudica Giammetti “un buon esempio del tipo di persona che, attraverso puro entusiasmo, aiuta a tenere viva la musica di band e musicisti che si sono allontanati dal luogo in cui partirono”.
I Genesis non sono stati solamente – fa capire lo scrittore – Peter Gabriel o Phil Collins. C’è la forza del gruppo, la fusione di cinque straordinarie individualità, dietro il successo dei loro album, vere pietre miliari. Ed il libro tralascia di occuparsi delle carriere soliste. E’ il collettivo ad interessare.
Se lo scopo che si prefiggevano Giammetti e compagni era quello di realizzare il libro più completo sui Genesis dal punto di vista critico, ci sembra pregevolmente riuscito.


Gaetano Menna




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