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VA Chicago Soul
(Soul Jazz/Family Affair)
Torna l’etichetta londinese Soul Jazz, confermandosi una sicurezza per tutto ciò che riguarda il recupero filologico di materiale raro e di scarsa reperibilità. Stavolta il territorio esplorato è leggermente diverso dal solito, perché l’attenzione della label di Soho si sposta sulla scena blues e soul di Chicago. Chicago Soul raccoglie infatti alcune pepite riguardanti la scena che nella seconda metà degli anni ’60 ha orbitato attorno alla Chess Records, etichetta fra le più influenti di tutta la musica nera americana. Chicago è nota per essere la città del blues elettrico, ovviamente marchiato a fuoco attraverso i solchi della compilation, che tuttavia lascia intravedere uno spettro molto più ampio grazie ai tocchi soul, funk e psichedelici aggiunti alla ricetta.
Per essere un’antologia di pezzi rari, Chicago Soul contiene una folta schiera di nomi storici. Apre le danze nientemeno che Howlin’ Wolf, alle prese con un incendiario blues psichedelico (Evil), seguono un Bo Diddley funky come non mai (Another Sugar Daddy) e Etta James, con un potente soul (Tell Mama) che odora tanto di Stax. Più avanti troveremo il caro vecchio Muddy Waters, alle prese con una cover di Willie Dixon (I Just Wanna Make Love to You) chiaramente influenzata dal suono metallico di Jimi Hendrix, ma i momenti più interessanti sono quelli capaci di rompere ulteriormente i ponti con la tradizione Chess: i Soulful Strings, con il soul flautistico di Burning Spear, aiutano a capire l’humus musicale in cui Curtis Mayfield ha concepito quel capolavoro di Superfly, Little Milton ci delizia con un R&B conciso e perfetto (More and More) e Phil Upchurch con un breve strumentale (The Way I Feel) che mette in mostra sia il suo fluido tocco chitarristico, sia quanto fosse potente la psichedelia quando veniva maneggiata dai neri. Una carrellata di nomi che continua, solo per citare i più noti, con Buddy Guy, Fontella Bass, Dorothy Ashby, mostrando quanto fosse alta la qualità del materiale registrato durante la fase finale della Chess Records.
Corredata non solo di grande musica, ma anche di un ricchissimo libretto carico con note, bibliografia e foto, Chicago Soul illustra la parte nascosta alla storiografia pop di una città da sempre tra i crocevia musicali più importanti d’America, e si conforma pienamente nella tradizione Soul Jazz, che da un lustro cura le migliori raccolte antologiche disponibili sul mercato. Senza dubbio essenziale.
Bernardo Cioci
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