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Peter Hammill- Incoherence
(www.sofasound.com / dist.Self)
Già fra soli 50 anni Peter Hammill verrà additato come uno dei grandi geni della canzone inglese di questi ultimi 35 anni al pari di altri personaggi minori come Mark E. Smith dei Fall o come Kevin Coyne, Roy Harper, Kevin Ayers, Lloyd Cole per citarne altri di epoche diverse fra loro. Per il momento però per l’ex cantante dei mitici Van Der Graaf Generator c’è ancora molta polvere da mordere e la sofferenza dell’anima nel non vedere la propria arte ricevere il giusto merito. Hammill di tutto questo non si cruccia più di tanto e la sua visione calvinista aleggia anche in questo grande disco, “Incoherence”, album realizzato intorno ad un infarto che Peter ha vissuto con la razionalità e il coraggio che lo caratterizza. Anche qui, come nel disco di John Martyn, “On the cobbles”, una disfunzione fisica ha acceso la scintilla e una cascata di buona musica si è materializzata per entrambi.
In questo album Hammill ha messo insieme molte delle sue più recenti riflessioni. Fra queste, quella sulla corrosione del linguaggio, tema scottante ma inusuale se pur giustissimo da essere trattato in una canzone- è assolutamente affascinante e trattata con la solita maestria musicale grazie anche alla presenza di David Jackson ai sassofoni e di Stuart Gordon ai violini.
I fans dei Van Der Graaf Generator non resteranno a bocca asciutta; in “Incoherence”, la musica non rimane secondaria rispetto alle parole ma costruisce un canovaccio, o, meglio, una rete in cui le parole si intersecano con le note . In tutta la sua meravigliosa difficoltà, i dischi di Hammill non sono semplici, necessitano di tanti ascolti, finalmente un superbo architetto di parole e musica!, “ incoherence “ scorre bene perché il tema “tiene “ bene.
Dalla iniziale “ When language corrodes” alla conclusiva “ If Language explodes” si può così seguire una opera ricca di affascinanti momenti. Dramma e poesia, secondo lo stile hammilliano classico si combinano perciò alla perfezione in un disco i cui attributi non si distaccano molto da quelli con cui avevamo trattato il precedente.
Ernesto de Pascale
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