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Hound Dog Taylor - Release the Hound
(Alligator / IRD)
Ci sono occasioni che oscurano le precedenti, avvenimenti che mettono una seria ipoteca sul resto. Per molti giornalisti del settore musicale la pubblicazione di così tanti dischi in così poco tempo si tramuta perciò spesso in una lunga sequenza di segnalazioni senza alcuna reason why. Qui a Il Popolo del Blues in qualità di responsabile e direttore della testata ho sempre esortato e preteso dai collaboratori, soprattutto da coloro i quali scrivono per intraprendere professionalmente la carriera - non facile come qualsiasi altro lavoro in cui si professi la libertà di pensiero - di trovare ogni volta una motivazione ai loro articoli e alle loro recensioni, o di lasciar perdere. Ecco allora che quando, giunto da non si sa quale remoto pianeta, ascoltiamo una registrazione di Hound Dog Taylor inedita (a quasi 30 anni dalla scomparsa) ci verrebbe da accantonare tutto il resto e presentarsi al nostro pubblico di lettori con una sola recensione dedicata al blues, questa. Taylor era un colosso del blues senza regole nè confini, un uomo che non si limitò ad elettrizzare una musica che aveva imparato ragazzino sulla porta della sua capanna a Natchez in Mississippi dove nacque nel 1915 ma che con i fidi Brewer Philips e Ted Harvey (rispettivamente seconda chitarra e batteria) aprì inconsapevolmente la porta a centinaia di giovani proto-punk che oggi si beano della sua benedizione. Hound Dog Taylor riuscì in pochi anni, tra il 1971 e il 1975 a risalire una faticosissima china. Su Maxwell Street suo palcoscenico naturale a Chicago, dove si trasferito nel 1942, era uno dei tanti e quando Bruce Iglauer lo ascoltò la prima volta nel 1970, fondando la Alligator records praticamente solo per lui, il suo cachet era di 15 dollari nel fine settimana e 10 durante le sere dei giorni lavorativi. Iglauer, in qualità di manager prima ancora che di discografico, con determinazione e testardaggine (chi investirebbe oggi più su un solo artista??)lo traghettò alla sua stessa generazione e da lì alla successiva, la nostra, permettendoci di scoprire Hound Dog Taylor, prima ancora che con i dischi della sua Alligator records, con i sei minuti di “Kitchen Sink Boogie” nell’ imperdibile e fondamentale album doppio della Atco/ Atlantic dedicato alla Ann Arbour Blues Festival del 1972, un evento organizzato da John Sinclair delle Pantere Bianche e già manager di MC5 e Stooges. Tutto il resto è musica blues elettrica allo stato puro, senza freni nè impedimenti di alcuna sorta. Fantastico!
Ernesto de Pascale
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