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Loretta Lynn - Van Lear Rose
Interscope/Universal 2004



Loretta è una delle icone storiche della musica country americana al pari di Patsy Cline e Dolly Parton, ma da troppo tempo a causa di alcuni gravi lutti familiari si era defilata dai fasti dello star system, ora ritorna sulle scene alla bella età di 70 anni con questo magnifico disco prodotto alla grande da Jack White dei White Stripes. E’ un ritorno marchiato con il fuoco dell’elettricità che bacia ogni brano infondendogli una potenza che rinvigorisce in modo determinante il sound country e che lo svela in modo eccezionale al popolo del rock, ma senza stravolgerlo in alcun modo. Determinante in questo senso risulta l’ottima backing band, The Do Whaters, formata da Dave Feeny dei Blanche alla pedal steel, dobro e percussioni, Jack Lawrence al basso e Patrick Keeler alla batteria. Sin dalla copertina si capisce che quello che ci aspetta, infatti è un disco in tutto e per tutto country, ma le ottime alchimie elaborate da Jack White, fanno si che questo disco si pogna ancora più in là rispetto alle famose America Recordings di Rick Rubin e Johnny Cash,. Infatti se lì il suono era scarno e acustico, in questo disco la carica di energia è ai massimi livelli come dimostrano brani come Have Mercy e Mrs. Leroy Brown. Non mancano episodi di country-rock epico come la title track o il duetto con White in Portland Oregon, ma il vertice del disco risiede nella splendida canzone autobiografica Story of My Life e nel magnifico voce e chitarra di God Has No Mistakes, in cui brilla in modo particolare il lavoro chitarristico di White a cui si intreccia una commovente pedal steel. Una menzione particolare va poi alla potente e trascinante Women’s Prison, e allo splendido talking blues Little Red Shoes, in cui la pedal steel regala un fantastico palco per una declamazione degna di Patti Smith. Il merito di tanta bellezza va diviso tra Loretta che armata di coraggio e eclettismo si è lanciata in un esperienza del tutto nuova, e Jack White che ha confezionato un vero capolavoro di produzione.

Salvatore Esposito




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