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A Hitsville ‘s celebration – The Motown ‘s era






Motown un simbolo. non solo artistico. Motown, parte della crescita americana degli anni '60 e '70, una delle ultime “nuove frontiere”, la storia di uomini con ambizioni ed ideali ma anche di uomini senza nè ambizioni nè ideali.
Motown, la contrazione di un appellativo che rappresenta Detroit, motor town, col suo acre odore di Pvc e poliuretano e gomma e materie plastiche trattate chimicamente e il suo icielo nero.
Motown,il sound of young americans che il fondatore Berry Gordy ed i suoi soci produssero per un pubblico che presto si allargò a vista d'occhio, invadendo il mercato mondiale e che qualcuno disse polemicamente si dimenticò troppo presto delle proprie radici.

Un incredibile numero di artisti ha lavorato per la Motown: Diana Ross e le Supremes, Martha Reeves and the Vandellas, Gladys Knight and the Pips. Smokey Robinson and the Miracles. Jr. Walker and the All Stars, Mary Wells, Stevie Wonder, Marvin Gaye, Tammi Tarrell, Edwin Slarr. David Ruffin, Eddie Kendricks, Lamont Dozier, Temptations, Four Tops, Rare Earth, Undisputed Truth. Isley Brothers, Jackson Five, Commodores. Rick James e molti altri.

Di questi molti furono stelle dell’etichetta; tutti cominciarono con Berry Gordy al fianco e lui insegnò addirittura a vivere ad alcuni di essi. Molti finirono con il decadimento dell'etichetta di Detroit.

Con le sue operazioni miliardarie Gordy, self made man, cadde mille volte e mille volte si rialzò, rischiando del suo in sub-etichette, diritti editoriali, compagnie cinematografiche e con azioni in altri campi.

l suoi artisti uscirono dal ghetto quarantacinque anni fa, al pari del Bluesmen di Chicago o dei Soulmen di Memphis, ma in breve tempo quelli della Motown si trasformarono nei più amati dai giovani bianchi piuttosto che dai giovani della stessa razza che scelsero come propri rappresentanti i musicisti della Stax come Otis Redding, Sam & Dave, Isaac Hayes. Aretha Franklin, creando una forte spaccatura all’interno del sistema culturale nero ma spronando alcuni di essi - Wonder, Gaye - a prendere coscienza di se stessi

Berry Gordy, classe 1929, lasciò il servizio militare nel 1953, dopo due anni di Corea; novello sposo, aprì un negozio di dischi a Detroit, facendo affidamento sul suo gusto. Nel 1955 il negozio era già in bancarotta. Berry aveva perso non solo i 700 dollari prestatigli dal padre, ma ciò che più gli bruciò fu che la sua filosofia si era dimostrata perdente; da quel momento in poi fu chiaro che qualsiasi cosa lui avesse voluto fare, l’avrebbe fatta per venderla !.
Nel 1956 la moglie Thelma chiede i divorzio, la coppia si separa l'anno successivo e divorzia nel 1959. Il giudice accusa Gordy di crudeltà familiare. La causa dei suoi problemi era stata la bancarotta, se lo sentiva, ma Gordy decise ugualmente di riprovarci, misurandosi questa volta con il business musicale. Berry ha intanto trovato un lavoro alla Ford che lascia però nel 1957 per diventare autore. E' I'ambiente dei club che lo convince: le houseband lo esaltano, il bandleader di una di queste, Maurice King, sarebbe infatti diventato suo braccio destro per scegliere i primi act Motown solo due anni dopo mentre il lI sassofonista Thomas Bowles avrebbe avuto molti compiti nei primi anni dell’etichetta.
Per Berry arrivano i primi successi e sono cantati dal suo amico e sparring partner negli anni in cui amatorialmente aveva frequentato il ring. Il cantante si chiama Jackie Wilson. E fra i successi uno gli apre subito la strada: si intitola “Lonely teardrops” che diventa disco d’oro per un milione di copie vendute.
Il giovane Gordy comincia a capire che è necessario produrre. Del milione di copie di "Lonely Teardrops" vedrà molto poco, ma saranno importanti, quei pochi dollari (1000 circa) per registrare incisioni ed andare a proporle a New York. Sono tempi ancora duri; il suo punto di appoggio è un Hotel di Harlem, Theresa, che mai nessuno avrebbe dovuto scoprire tra gli executives della grande mela, tanta era la sua bassa fama. Nasce intanto in lui la convinzione che nel realizzare progetti in grande stile essere solo produttori e non proprietari di un marchio e di un master è una perdita di tempo, come un amico gli fece sonoramente notare nel 1959. Per fare molti soldi, e Berry voleva fare molti soldi, era necessario fondare una etichetta, come da tempo gli suggeriva il cantante dei Miracles, l’ancora teen ager Smokey Robinson. Nel gennaio 1959, Gordy chiede in prestito alla sua famiglia 800 dollari e fonda l'etichetta Motown.

Fortunatamente Detroit non era New York! I talenti migliori non erano stati ancora plagiati e c'erano degli ottimi artisti in giro. Artisti che già avevano lavorato con Berry, a partire da Smokey Robinson ai Temptations. E non appena nasce il marchio Motown, Gordy comincia una operazione contrattuale a tappeto. In meno di un anno tutti i primi grandi artisti dell'etichetta sono già sotto contratto. La gestione è semplice e completamente familiare, gli impiegati sono tutti parenti, a partire dal padre che si occupa dell' ”assistenza all'etichetta” (termine un po' vago per dire che faceva il tuttofare); le sorelle sono in amministrazione per permettere al fratello una più attenta gestione artistica dei prodotti realizzati all'epoca in modo semplice, ed in parte seguiti dal marito della sorella Gwendalyn, Harvey Fuqua.

Tutto questo accadeva in un singolo appartamento: l'atmosfera era informale e creativa, uno dei primi successi si chiamò "Money" ed era una ode al denaro, una sorta di portafortuna, assolutamente necessario per chi doveva inventarsi un sistema efficiente di produzione senza budget.

Gordy capì subito che non poteva sbagliare: solo successi, e niente altro! Per enfatizzare questo fece realizzare una scritta sulla porta di casa Motown: vi si poteva leggere "Hitsville U.S.A.". La sua capacità di autore lo guidava, sapeva che la gente voleva poche parole e ben messe, attuali, che rendessero il messaggio contemporaneo, come se stesse accadendo tutto quel che si cantava proprio in quel momento. E Gordy poneva molta attenzione ai particolari, sapeva che la musica si ascoltava su apparecchiature di bassa qualità e voleva che i suoi dischi suonassero forte proprio Iì sopra.
Non buttava via niente Berry, - l’idea era buona ma qualcosa non andava? - ci pensava Gordy, il boss. Due accordi cambiati e poi di nuovo in studio, ed ecco nascere "Stubborn Kind Of Fellow". Se qualcosa non andava era garbage ( spazzatura), altrimenti doveva essere assolutamente fantastic (fantastico); per lui non c'erano altri termini intermedi.

Il presidente della Motown inventò un sistema di gradimento che seguì scrupolosamente fino ai primi anni settnta: il brano veniva diviso in parti ed ogni parte era giocata con un voto. Le liriche, il titolo, la musica, l'esecuzione, l'arrangiamento. Se il voto complessivo non era sopra una certa media (mettete 75 centesimi) il brano veniva rifiutato. Gordy non scherzava. Rifiutò le prime 100 (cento) canzoni scritte da Smokey Robinson. Il suo sistema era differente a quello di chiunque altro: alla Stax non si sarebbe mai detto che un pezzo non era belIo, alla lnvictus fondata da Eddie Holland, uno dei più prolifici autori Motown della prima generazione, andatosene sbattendo la porta, proprio per questo alto livello di controllo, non c'era quella severità che imperversava in casa Gordy. Ma, infatti, oggi, entrambe le etichette non esistono più. "Quando faccio un disco mi dimentico del prossimo ", disse Gordy nel 1972; era uno stile il suo, che ogni settimana si confrontava con i prodotti realizzati attraverso una commisione d’ascolto interna composta dai suoi più fidi collaboratori.
Gordy sapeva cosa voleva sentirsi dire dai suoi collaboratori: chi cominciava a parlare come un ingegnere del suono veniva subito saltato di turno e mai più riconvocato. Ad un ascolto vennero presentate sessantotto canzoni e di queste solo una venne promossa. Era "Love Child" e divenne un grande successo.
Non ci volle molto per capire che lo stile Motown/Gordy era differente.

In una qualsiasi altra etichetta dell’epoca fare un singolo voleva dire intraprendere una carriera da costruire disco dopo disco. Chi usciva con un brano su Motown sapeva che aveva una possibilità su tre (quindi una ottima possibilità) di avere un hit. !
Gordy sapeva come trattare i suoi produttori e fra questi la competizione era altissima; dava premi, anche per quantità di hit prodotti, e a volte faceva produrre lo stesso brano, cantato dallo stesso artista a più produttori per poi scegliere. Tutto questo voleva dire che il produttore spostava poi la pressione sull'autore che voleva per la sua canzone il miglior produttore e viceversa. Un sistema, insomma, che favoriva solo l'etichetta, mai abbastanza un singolo team. Un sistema molto criticato e rischioso; il sistema che rese grande la Motown e Gordy.
'Una stilizzata riflessione della tradizione Afro-americana" ecco la definizione che Berry Gordy dette al Motown-sound. "II ritmo è alla base -diceva -.se hai que//o giusto, hai quello che la gente cerca". Gordy era assolutamente interessato al ritmo: interessato al punto di portare i ragazzi in sala a ballare sulle basic. tracks dei brani. Era attento ai loro suggerimenti. Faceva aggiungere battiti di mani, ritornelli semplici ed accattivanti, tamburelli, rinforzare parti secondarie ed accentare I le figure ritmiche. Gordy stava creando il suo stile, uno stile invincibile, immediatamente riconoscibile ed identificabile.
Per milioni di giovani era istantaneo il riconoscere l'attacco di brani come "Where Did Our Love Go", "Stop! In The Name Of Lave", "Nowhere To Run", "Baby Love" e molte altre. Un suono che ancora oggi è visto come un punto di riferimento, nato per caso in una sala molto risonante e con un registratore che faceva spesso di testa sua...
Ma la musica afro-americana non era solo tempo e ritmo; era armonia e colore. Quella forza antica, religiosa, che si esprimeva nei cori gospel. E molti dei cantanti Motown da lì venivano: Diana Ross,. Stevie Wonder. Marvin Gaye. Era una miscela perfetta; le origini e la città moderna nella stessa canzone: Motor town! Gordy seppe tramutare questa miscela in uno stile secolare, aggiungendo a ritmo ed armonia particolari sonorità come archi, idee di arrangiamento sofisticate e tutto quello che poteva servire a tramutare un brano scritto da neri in un potente impulso per il mercato dei bianchi. Le componenti erano però anche altre: lo stile Motown piaceva agli appassionati di musica per l'ingegno jazzistico di certi arrangiamenti, piaceva agli appassionati di country & western perchè erano brani che raccontavano storie con una logica precisa, mai deviante o deviata.

Gordy era riuscito in pochi anni a stabilire un sistema complesso che favoriva solo l'etichetta, al punto da rendere impossibile ai suoi dipendenti qualsiasi altra logica lavorativa artistica. Tutto questo accadeva perchè Gordy aveva capito che il suo suono era il suono degli uomini che lui faceva lavorare e nei loro confronti tendeva ad avere un comportamento ferreo ma positivo specialmente nei confronti dei problemi sindacali. Uno sistema funzionale e convincente che tenne stretto intorno a sè a lungo i dipendenti e che si dissolse solo nei ben più problematici anni settanta. Motown divenne l'unica etichetta della storia a produrre uno stile che si identificava con l'etichetta e non con l'artista, un sistema vincente che ancora oggi affascina e crea rispetto.

Gordy sapeva che un metodo avrebbe prodotto un successo e che a quel punto l'artista se la sarebbe dovuta vedere con il pubblico. Ma questi ragazzi venivano tutti dai ceti inferiori di Detroit, e Berry intuiva che la forza di un performer abbinata a un buon pezzo sarebbe stata un'accoppiata micidiale. Capitava poi in quei periodi di vedere cantanti che cantavano brani quali" Down To The River" additando il cielo ed aItro ancora. E il grande regista della Motown capì fin da subito che per lo staff di artisti della nuova etichetta le cose potevano andare anche peggio se non si correva ai ripari; molti di questi cantanti non avevano infatti una classe naturale ed a dirittura alcuni non avevano alcun gusto nel presentarsi.
Il sistema di spettacolo influisce molto sulla vendita e un buono spettacolo resta nel tempo, e con questo i brani incisi. Questo postulato è ancora vero per tutte le case discografiche. Questo era il postulato di Gordy. L'intento del boss Motown era chiaro: arrivare in clubs di alta classe come il Copacabana di New York, dove pochi erano stati gli artisti di colore ad essere accettati e chi ci era riuscito era diventato qualcosa in più come Sam Cooke. Ci voleva una sorta di scuola per coltivarli e questo fu quello che Gordy fece. Li coltivò.

I nuovi grandi edifici di mattoni rossi di West Frand Boulevard diventarono la scuola di training per l'etichetta di Detroit: un piano per le coreografie. uno per gli arrangiamenti musicali ed uno per il guardaroba. Si cominciava con la dizione, l'etichetta, l'igiene personale. il parlare in pubblico. il muoversi. Le future stelle imparavano come truccarsi ma anche come tenere una forchetta o come ".saltare con classe su un pianoforte senza smettere di cantare".
Si insegnava come tenere un microfono per produrre differenti sfumature e si insegnava a cantare differenti canzoni negli stili degli interpreti originali. Insomma, tutte cose che servirebbero a molti ancora adesso!
Si cominciarono ad enfatizzare i movimenti sul palco, si organizzarono i parlati fra brano e brano; fu un lavoro di disciplina. cinque giorni la settimana anche dopo l'acquisizione di un hit.

Come risultato di tutto questo lavoro, gli spettacoli della Motown diventarono fra i primi d'America e del mondo. lasciando tutti soddisfatti. L'utilità di queste lezioni fu poi ancora più chiara nei rapporti con la televisione che acquistando un artista Motown acquistava un vero e proprio spettacolo esclusivo. Se Gordy avesse lasciato essere le Supremes quel che erano prima di tutto quel lavoro, il successo del gruppo, di Diana Ross. della stessa etichetta non sarebbe esistito.

I successi arrivano anno dopo anno: "Money" di Barrett Strong nel 1960, "Please Mr. Postman" nel 1961 con le Marvelettes, "Shop Around" con Smokey Robinson & the Miracles nel 1962.

Eppure Gordy capisce che c'è bisogno di rendere visibili gli artisti per abbattere i costi.
Si decide di portare in tour delle vere e proprie Revue; quella del 1962 comprende quarantacinque artisti che viaggiano in bus e cinque macchine.E' la vera maniera di introdurre contemporaneamente tanti artisti ad un vasto pubblico. L'utilità era doppia: solo cosi si poteva assottigliare il numero di artisti minori in circolazione e rappresentare meglio le stelle della serata.

Cominciava il piccolo Stevie Wonder che, non stop, andava poi a sommarsi alle Marvelettes, prima dell'arrivo dei Contours con la mitica "Do You Love Me?" che tramutava qualsiasi posto in un inferno danzante e poi via cosi con Mary Wells, seguita dai Teptations prima dell'arrivo dell' idolatrato Smokey Robinson con i suoi miracoli. Era uno spettacolo duro per tutti ma immaginate il piacere di un diciottenne di colore "downtown Detroit low class" per la prima volta a New York City.

Gordy, inatnto, guardava lontano e come altri editori indipendenti americani dell’epoca ( vedi Chess) sentì odore di successi in Inghilterra quasi istantaneamente; sapeva, in quanto autore ed editore, che al di là dall'Oceano si facevano cover di certa musica americana, o meglio, della sua musica americana e decise di provarci nonostante l'ostracismo dei discografici britannici che volevano distaccarsi da questi "giovani con i tamburelli e gli urletti sporchi".
Nei primi anni di vita oltreoceano la Motown in Gran Bretagna passò da una licenza all'altra, per aggirare e assalire alle spalle il mercato, e, nelle quattordici esibizioni delle Supremes nel loro primo tour europeo, le sale del paese erano ancora mezze piene ed ancora, come diceva Gordy, mezze vuote. Ma alla lunga la tenacia pagò!

I problemi non erano pochi neanche negli Stati Uniti dove la legge dei diritti paritari non passò fino al 1964. Si trattò allora di concertare itinerari molto precisi con regole ferree che non permettessero mai ai bianchi di provocare i neri o di creare spiacevoli controversie. Lo stile imposto negli edifici del West Grand Boulevard dette in quelle occasioni risultati perfetti e di grande maturità ed efficienza.

Gordy, nella ricerca del successo, cosi fortemente voluto e cosi lucidamente descritto nel suo stile lavorativo, stava creando una corporazione più forte di un team lavorativo, la Motown cresceva su uno stile quasi arcaico dove gli artisti si sposavano fra loro (Gaye con la sorella di Gordy; Anna, la figlia dello stesso con Jermaine Jackson; Wonder con la cantante Syreeta Wright etc...) e l'accesso ad esterni era limitatissimo. Una sorta di casta privilegiata che avrebbe avuto in seguito problemi dettati dal successo piuttosto che dall'origine colorata.

Nel 1964 quarantadue delle sessanta canzoni realizzate dall'etichetta Motown sono hit singles ( seconda, a grande distanza si piazzò la Philles rec di Phil Spector). Il caso più clamoroso fu quello delle Supremes, destinate a diventare il gruppo di maggior successo in quegli anni. Le tre ragazze realizzarono nove singoli fra il 1962 ed il 1964 senza alcun risultato fino a che con "Where Did Our Love Go" pubblicato nel giugno 1964 accade qualcosa che si può giustificare solamente ora con l'immagine di forza e autorevolezza che l'etichetta si era guadagnata in quegli anni; Il brano diventerà il primo di una sequenza di sei top ten. A quello sarebbero seguiti "Baby Love", "Come See About Me", "Stop! In The Name Of Lo~e", "Back In My Arms Again", "l Hear A Simphony". Sono passati solo sei mesi dal primo successo ed il gruppo nei quattro anni a venire ( 1966-1969) andrà in testa alle classifiche altre diciotto volte!

Erano anni di grande eccitazione; la qualità dei dischi migliorava e gli investimenti di Gordy erano tutti tesi ad alzare lo standard, per adattarsi a quello delle grandi compagnie bianche. Il rapido susseguirsi di successi, inoltre, permise a Berry di avere rientri sempre veloci pur usando distribuzioni di zona, senza passare attraverso i grandi canali delle major. Se ad un hit ne seguiva un altro il rivenditore poteva pagare con i soldi del precedente ricavo eliminando cosl accadimenti molto diffusi nei casi di etichette rese celebri da un solo successo e frequentemente insolute dai venditori al dettaglio che vedevano nel marchio un mancato potenziale ed una ipotesi fallimentare spesso veritiera. I grossisti cominciarono a fare gare per accaparrarsi i diritti di zona, E tutto questo, intanto, accadeva attraverso una conduzjone aziendale ancora a stampo familiare. I compiti erano divisi in modo analitico per ottenere il meglio da ogni singola persona.

Nel 1965 finalmente anche la Gran Bretagna aprì finalmente le braccia a Gordy. Senza dubbio alcuno il successo delle Supremes era stato determinante; la BBC cominciò a suonare la musica della Motown. La popolare trasmissione televisiva de sabato pomeriggio "Ready Steady, Go" dedicò alla Revue di Detroit uno special di un'ora per anni reperibile in videocassetta anche in Italia ed assolutamente da non perdere.

Motown divenne un business di successo ed un esempio a livello nazionale per numerosi motivi. Gordy era l'uomo giusto, Veniva da una famiglia che aveva già avuto a che fare con gli affari. Lavorò in tre aree ben distinte del record business: vendita al dettaglio, scrittura delle canzoni, produzione e seguiva sistema che oggi definiremmo glocal( “think global, act local”) fino alla promozione nei paese più sperduti. In Italia molti degli artisti fino a qui citati si presentarono con i brani originali cantati nella nostra lingua, la promozione locale era supervisionata però in America.

Il 1959, anno di nascita dell'etichetta, era stato il momento giusto. L’industria cresceva ma i costi erano effettivamente ancora bassi. La continua pressione per integrare il popolo nero con quello bianco aiutava costantemente la popolarità crescente della musica di colore fra i bianchi. Era l’America degli ideali kennedyani che veniva avanti.

A voler farci caso si scopre che Berry Gordy scrisse il suo primo successo mentre era ancora sotto contratto con la Ford. Il suo stile risentirà sempre. delle struttura di catena dl montaggio tipiche dl Detroit. In pochi anni, chi non produceva il tipico Detroit sound era abbandonato; l'atmosfera divenne autoritaria. Il lunedì mattina venivano attaccati i programmi settimanali che dovevano essere rigorosamente rispettati. Era lo stile di Gordy, l'unico stile che conosceva ed era impossibile biasimarlo. Il successo rischiava di scavalcarlo. Così facendo alcune potenzialità si persero per strada: gli Isley Brothers, ad esempio, durante il loro contratto con la Motown non scrissero più una canzone, cosa che avevano fatto precedentemente e che avrebbero fatto i dopo; i musicisti diretti da Earl Van Dyke a volte non sapevano chi avrebbe canta il brano che stavano registrando.
Se un canzone non funzionava per Smokey Robinson, poteva andare bene a Martha Reeves o a Gladys Knight. I produttori ruotavano e pochi furono gli artisti ai quali venne permesso di prodursi in prima persona.
Si provarono accoppiamenti a volte bizzarri: le Supremes realizzarono dischi con i Temptations, prima ed i Four Tops dopo. Marvin Gaye cantò in duetto con Tammi Terrell, Kim Weston, Diana Ross e Mary Wells. Quando però una combinazione superba nasceva, si tendeva a legare permanentemente il team, come nel caso di Holland-Dozier-Holland con le Supremes.
Per Gordy la canzone era però sopra qualsiasi interprete. Norman Whitfield scrisse e produsse "I Heard It Through The Grapevine" e la fece cantare a Smokey Robinson, poi a Marvin Gaye, poi a Gladys Knight. Quando la versione di Gaye e divenne popolare un anno dopo, vendendo 4 milioni di copie, molti si chiesero perchè Gladys e Smokey avevano reintepretato il brano di Gaye. Per suggellare gli avvenimenti, le cause, gli effetti e la filosofia così si espresse una volta il presiddente: "…sono tutti cantanti che non avrebbero mai potuto avere un successo senza la Motown" ,E' difficile ancora oggi contraddire l'affermazione; i Four Tops, ad esempio erano alla ricerca di un successo dal 1956. Quando giunsero alla Motown, nel 1964, produssero tredici numeri uno in sette anni

Intelligentemente. Gordy aveva creato una società editoriale che collezionasse il lavoro radiofonico, televisivo e concertistico dei brani originali Motown. Fu una astuta mossa che permetteva al capo di bloccare qualsiasi tentativo di copia. Chiunque incidesse una delle canzoni in catalogo doveva pagare una percentuale alla Jobete Music. Ciò non bastò, Gordy aveva iinfatti ntenzioni espansionistiche.
La sua intenzione di mantenere il capitale fra pochi eletti creò gravi problemi; i vice presidenti erano la sorella Ester Edwards e Smokey Robinson con azioni valutate intorno al milione di dollari, Il team Holland-Dozier-Holland lasciò immediatamente, indignato di non essere stato contattato per tale divisione. Solo che nel 1972 Gordy avrebbe dovuto cambiare sistema per non investire direttamente nella produzione di film come .'Mahogany" o "Lady Sings The Blues" (cosa che poi fece).
Era solo una questione di maturità e Gordy non era abituato a dividere con nessuno...
Era quasi uno stile di vita per Berry Gordy licenziare più o meno tutti, eccezion fatta per i suoi parenti. Sarà che nel 1970 la Motown ha quattro bianchi nel consiglio d'amministrazione e che nel 1977 4/5 della società è in mano ai bianchi, certo è che Gordy si comportava cosl fin dai primi giorni dell'etichetta.
La sua filosofia era "lavorare nel sistema" ed il sistema era bianco, e il 70% degli acquirenti anche loro bianchi. Infatti per il popolo di colore la Motown non era assolutamente in linea con l'ideologia politica dei tardi anni '60. Durante le sommosse di Detroit del 1967 gli uffici chiusero e Martha & The Vandellas incisero "Dancing In The Streets" per indurre i neri a ballare invece di combattere, ma fu ben poca cosa...

Gordy cercava un motivo per allontanarsi da Detroit e gli scontri furono un'ottima occasione per cominciare a pensarci seriamente. La Motown cominciò a muoversi nel 1969 e nel 1972 era ufficiaIe; la nuova sede era Sunset Boulevard Los Angeles. Califomia.
Per gli artisti di Detroit fu una devastante offesa. Per la comunità nera un vero affronto. La corporazione non era più una istituzione cittadina difendibile, nè un simbolo di progresso economico per il popolo di colore di Detroit.Gordy entrò immediatamente nello stile di vita hollywoodiano: il film "Lady Sings The Blues" sulla vita di Billie Holiday, costò 3 milioni e 600 mila dollari, buona metà proveniente dalla sua corporazione. Fu un successo, incassò 25 milioni di dollari ma non aiutò la carriera cinematografica di Diana Ross, che tutti già conoscevano e stimavano come cantante. Il film, successivo, "Mahogany", fu un altro buon successo e migliorò l'immagine della Ross, una artista che deve tutto a Gordy, e permise a quest'ultimo di essere accettato completa- mente dall'ambiente losangelino. Nel 1978 la rivista Rolling Stone dette la notizia di una film su Berry, prodotto da Phil Spector.
Non cosl bene andò, invece, il remake di "Wizard Of Oz". Nel '79 aveva incassato solo 3 mi- lioni di dollari ed aveva superato i 25 milioni di dollari nei costi.
Tutto questo era avvenuto di pari passo con un lento declino dell'etichetta; nei tardi anni '60 questo non era facilmente comprensibile ma già un solo anno senza un successo per un gruppo come le Supremes era inspiegabile e pericoloso per le casse della Motown, soggetta a spese altissime. Gordy aveva, inoltre, deciso di produrre musica di artisti bianchi (i primi furono i Rare Earth con "Get Ready di Smokey Robinson, comunque un successo).

I cambiamenti furono ad un certo punto senza sosta: i Temptations, sotto la guida di Nor- man Whitfield, cominciarono a respirare aria di funkdelia con “Papa was a Rolling Stone “ e uno stile che ancora oggi suona migliore e ben più resistente di tante altre cose d'epoca. Nel '70 ci fu il successo di "War" di Edwin Starr ma, era chiaro ormai che il mercato era troppo contaminato e che the sound of young americans non esisteva più.

La Motown era rimasta virtualmente immobile mentre intorno il mondo musicale e sociale era in costante evoluzione. Non mancarono negli anni successivi i grossi successi come quelli di Marvin Gaye e Stevie Wonder, che dimostrarono la caratura degli artisti in questione, ma, oramai, era impossibile parlare ancora di una precisa linea editoriale.
Gli artisti avevano superato la linea di demarcazione voIuta da Gordy; molti se ne andarono; restarono solamente chi sapeva poter presentare un'offerta più forte di quella di Berry.
Se una idea di operatività si poteva ancora sentire qui in Europa il merito fu da ascrivere a Motown U.K., una indie a tutti gli effetti che lavorò con solerzia nel mercato del deep soul e del northern soul con totale indipendenza dalla casa madre mantenendo alta la bandiera di quella

Molti artisti divenuti poi celebri stelle della Motown firmarono i loro contratti ancora minorenni. Erano dei drop outs, alcuni non erano mai usciti da Detroit. Era gente che non poteva permettersi alcuna trattativa e poi la Motown era l'unica etichetta potente di quella zona. Nonostante la legge dello stato del Michigan richiedesse Ia presenza dei genitori nessuno aveva mai visto un contratto prima di quel momento. E la Motown sapeva che offerte migliori non esistevano.

Gordy ha sempre assicurato che i contratti dell'etichetta non erano i peggiori esistenti e mai nessun artista ha fatto causa all'etichetta. Questo non significa che Gordy fosse un santo fra peccatori. Alcuni artisti lavoravano per il solo salario, senza royalties; Mary Wells prendeva il 2,7 sul prezzo al grossista, David Ruffin dei Temptations l' 1,8 nel 1964, i Jackson Five 2,7 ne11969.Non erano rates molto differenti rispetto a quello che pagava all'epoca l'industria discografica in genere. Le royalties crebbero nei tardi anni '60; i Tempations passarono al 5%; comunque, ancora nel 1975 i Jackson Five lavoravano per 2,7 %. Non c'erano minimi garantiti e i contratti duravano sette anni; quello che permise a Gordy di crearsi un vero impero fu il decurtare i costi di produzione dalle royalties anche se bisogna ammettere che la politica del successo era tesa a stabilire un bilanciamento di tutto ciò; bilanciamento che portava un artista a ricevere non più di 10.000 dollari per un disco da un milione di copie! E se è pur vero che gli introiti più alti per gli artisti provenivano dagli spettacoli non bisogna dimenticare che anche i costi di quelli erano decurtati dalle royalties. Gordy fu cosl forte da assicurarsi immediatamente il management di tutti gli artisti Motown in modo da dividere con loro il momento più rapido di incasso: le performance dal vivo.

Non contento di ciò Berry convinse molti suoi artisti ad affidarsi completamente a lui anche per la gestione generale dei propri soldi. Furono pochi gli artisti che negli anni Sessanta riuscirono a guadagnare veramente qualcosa. Eppure chi si affidò subito a Gordy ebbe maggior fortuna di chi giunse nella seconda generazione.

Già negli anni 70 la Motown non poteva più dedicare tempo a questi. Un artista che guadagnava 150.000 dollari l'anno e ne spendeva 100.000 non realizzava che doveva pagare poi 80.000 dollari di tasse l'aprile successivo. Paul Williams dei Temptations si suicidò nel 1973 per questo motivo
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La Motown fu molto generosa con coloro i quali seguivano fedelmente i consigli di Gordy, addirittura vendicativa con chi pensava di poter sopravvivere senza di essa. Il motivo per cui molti artisti scomparvero improvvisamente fu da attribuire al grande lavoro dell'etichetta. Senza quelllo staff non c'era più vita artistica per un solista specialmente nei primi dieci anni, ogni artista aveva l'intera etichetta che lavorava per lui. Questo è un debito che Gordy ha numerose volte detto aver voluto pagare agli artisti per dimostrare loro gratitudine nell'avergli permesso di realizzare il più grande sogno della sua vita.

Nonostante il grande e costante lavoro di restaurazione la Motown resta indelebilmente legata alla sua stagione di maggiore successo. Il periodo 1964-1969 fu caratterizzato da cosl tanti hits da soffocare qualsiasi altro momento creativo dell'etichetta di Detroit. Gli anni '70, nonostante il successo di Wonder, Gaye, Diana Ross ed altri minor hits che non riuscirono mai a varcare l'oceano, restarono legati ai singoli interpreti, non più a quella forte connotazione che l'etichetta aveva avuto negli anni precedenti.

La scuola Motown ha rappresentato, al di là del gusto dei giovani di colore di quell'epoca, un periodo della storia musicale d'America al presente, Le gang musicali del rap, le scuole come quella di Prince a Minneapolis, sono dirette diramazioni dello stile di vita Motown, la Sub Pop, etichetta dai gusti musicali così distanti, ha sempre citato la Motown come esempio di gestione. Ma di Berry Gordy ce n'è uno solo!. Riflettendo bene, oggi un Berry Gordy non avrebbe bisogno di cosl tanti artisti per ottenere il successo economico di 30 anni fa. Le corporation, lavorano infatti su un solo progetto rendendolo più flessibile possibile. C'è il mer- chandising, il mercato home, i film,i diritti per terze utilizzazioni, i samples, itunes, MTV. Nei primi novanta la Motown riconobbe bene i propri limiti sul mercato mondiale e pur continuando in una profonda e costante opera di ricerca di nuovi talenti primi fra tutti Johnny Gill e i Blaze, lavorò costantemente sui suo back calalogue, un passato che oggi ancora tanto può fruttare.

Berry Gordy, pur avendo venduto nei primi ottanta, è ancora idealmente al proprio posto e continua a sorridere, ogni tanto licenzia un dipendente per poi riassumerlo il giorno dopo. Il suo consigliere personale resta ancora Smoker Robinson. Qualcuno dice che si sta facendo vecchio, lui risponde che mai come negli ultimi anni i dischi della Motown sono andati cosl bene. E se lo dice lui a noi non resta che credergli...

Ernesto de Pascale.




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