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Robben Ford - New Morning: the Paris Concert
(Inakustik)
Robben Ford è un chitarrista che non ha bisogno di presentazioni nonostante sia relativamente giovane. In principio talento votato al Blues coi fratelli Mark e Patrick, rispettivamente all’armonica e alla batteria nella mitica Charles Ford Band, negl’anni settanta virò verso un stile definito genericamente “fusion”, lavorando con il sassofonista Tom Scott e i suoi L.A. Express, ma anche con George Harrison e Joni Mitchell per poi fondare gli Yellow Jackets, uno dei gruppi che renderanno la musica “fusion” popolare nel mondo. Nel 1986 venne ingaggiato da Miles Davis per una tournée. Ritornando al Blues, il suo palmares rimane d’assoluto rispetto, infatti Charlie Musselwhite e il compianto Jimmy Witherspoon lo elessero in tempi diversi, come loro chitarrista prediletto, e tutto sommato, insieme al debutto dei Blue Line, quelli restano i suoi periodi migliori. Altri momenti, altri dischi più versati verso un rock d’atmosfera o, se preferite, una fusion stemperata, hanno fatto di Ford un chitarrista conosciuto ma non particolarmente amato. Questo concerto del 2001 al New Morning di Parigi è l’ennesima prova che non si può cambiare il proprio destino: Ford risulta assai convincente quando ritorna sui suoi passi ossia al Blues, con un chitarrismo tecnico ma inventivo che a tratti ricorda Mike Bloomfield. Perfino la voce, non straordinaria, s’illustra bene nel Blues come in “Prison of Love” o “Help the Poor”, cavallo da battaglia che Ford suona da una quarantina d’anni. Non c’è un’eccitazione speciale in questo concerto perché il 50% degli spettatori, assai concentrati, sono molto probabilmente dei chitarristi, o aspiranti tali, venuti per vedere e apprendere qualche magia sul manico della Telecaster di Ford il quale non delude le aspettative soprattutto quando si lancia in qualche improvvisazione tra Jazz, Blues e Rock che solo i grandi chitarristi sanno modellare con sapienza. A parte i due pezzi menzionati prima, si distinguono anche un’originale “Nothing to Nobody” scritto a quattro mani con Mike McDonald, “Start it up” e “Moonchild Blues”. Nel terzetto che accompagna Ford c’è un batterista, Brannen Temple, che sovente accelera, un tastierista Louis Pardini col freno a mano tirato, mentre il bassista Jimmy Earl risulta il più dotato e ispirato dei tre, oltre ad esser largamente conosciuto e apprezzato.
Luca Lupoli
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