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Sweet Soul Music 2005 - Porretta Terme
A Porretta si è ripetuto il miracolo del Soul. Per il diciottesimo anno consecutivo Sweet Soul Music di Graziano Uliani ha tenuto unito un popolo che si riconosce nella calda espressione musicale memphisiana e, da alcuni anni, non più solo in quella ma nell'intero arco emotivo del soul e del rythm & blues. Ecco perchè la prima miglior news ci è venuta da Les McCann, gigante del groove funky jazz, celebre autore di “Compared to what”, il quale, pur costretto in carrozzella, ha sputato fuori la grinta dei grandi. Accompagnato da 3 musicisti d'eccezione – Cornell Dupree alla chitarra, Chuck Rainey al basso, Ronnie Cuber al sax, la crem del la crem- Les ha proposto un materiale che funzionasse bene sul pubblico di Porretta. Riff veloci e tight, repentini cambi di battito e poi uno scivolare di note che si potrebbero facilmente paragonare al sapore del buon vin d'annata. Seguendo la celebre scuola di cui è capostipite – Les is More- la musica manteneva bene quel bounce che ogni buon pezzo di funky dovrebbe avere con vuoti e pieni che si rincorrono.

Isaac Hayes is the real entertainer
La lezione di ritmo è poi continuata con l'incomparabile sound di Booker T & The Mgs. Da quando sono tornati uffcialmente insieme nel 1994, con un album oggi fuori catalogo su Sony, i tre (Booker T. Jones, Donald “Duck” Dunn e Steve Cropper) hanno ripreso le fila del discorso lì dove esso era stato lasciato con l'immenso “Melting Pot” (altri termini non si addicono bene allo spessore di tale album). Sul palco sono la classe, l'eleganza e la tensione impersonificata: cominciano con “Gotta Serve Somebody “ di Bob Dylan e proeseguono con il megliio del loro repertorio, passando attraverso brani di boolgaloo che il bravissimo Seve Potts alla batteria ha suonato con grande soddisfazione dipinta sul viso. Trovarsi seduto al posto dell'indimenticato Al Jackson (macchina ritmica del gruppo, scomparso nella metà dei settanta) non deve essere in fondo così male!

Booker T & The Mgs
Booker T & The Mgs non ha lasciato Porretta senza i classici: ”soul limbo”, “Green onions”, che Cropper ha presentato dicendo “ ho composto questo brano che avevo solo sedici anni” e poi c'è stat tempo anche per una versione very very groovy di “summertime”. Nel retro palco i musicisti soddisfatti hanno fraternizzato con tutti, secondo uno stile caro a Porretta Sweet soul Music. Poche battute per assicurarsi che “Melting Pot” rimane, a loro parere, il capolavoro massimo del gruppo e poi via verso Malpensa.

Isaac pump it up!
Isaac Hayes, gran vescovo del soul di Memphis ha infine chiuso una delle più belle e complete serate che si possono ricordare nei primi diciotto anni di Sweet Soul Musi presentando lo show consumato e rodato che da anni porta in giro per il mondo. Sul palco l'uomo si anima e si diverte e andati sembrano i periodi bui di venti e più anni fa. Si passa così da “can't le t go “ alle immortali versioni dei branid Bacharch / David (“By the time i get to phenix”, “walk on by“) fino all'attesissima “ Shaft”. Rispetto allo spettacolo di Booker T. & the Mgs c'è meno elegnaza e si punta di più a portare a casa il risultato.

What a duo! Duck Dann e Steve Cropper
Il suono è molto “carico “ (ci sono ben tre tastieristi sul palco più Isaac che suona il piano e 3 coristi) e sporco. La differenza fra l'orchestra di hayes e Booker e i suoi evidenzia però la varietà del soul della Stax di Memphis: una msuica agrodolce che ti muove dentro a vari livelli e che ti tira su come il Motown sound di Detroit non seppe fare così bene nei sessanta. La linea rossa che lega il soul di memphis al blues appare ancora oggi, nelle intepretazioni del 2005, e viene da sollecitare il lettre a non farsi mai scappare questa generazione di artisti ogni qualvolta approdino in Italia. D'altronde Sweet Soul Music a Poretta terme, in provincia di Bologna, è lì per questo.
Ernesto de Pascale

Isaac signs his first lp to Ernesto
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