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Stefano Loria su Max Rohr

Continua l’esplorazione attraverso volti, figure, presenze di una gioventù raggelata dentro la società del consumo perenne.

Nel flusso delle merci e nel teatro dei comportamenti l’identità personale è sempre in pericolo, minacciata da una disgregazione maligna. A questo rischio di vanificazione il pittore può opporre uno sguardo coraggioso che blocca in un fermo immagine l’ansia della competizione, il peso delle passate esperienze, le attese di un futuro migliore.


“…senza essere mai stato un passato.” 2004 olio su tela cm 190x240

E’ rimasto fedele ai suoi classici personaggi - giovani e giovanissimi abbigliati in modo sportivo, al tempo stesso comuni ed eleganti - ma questa volta Max Rohr ha deciso di caricare le sue tele di una maggiore forza analitica. I protagonisti sono infatti ritagliati con speciale evidenza e collocati dentro proiezioni stratificate in cui i piani visivi si sovrappongono a comporre una nuova complessità della scena.
I tempi della narrazione si intrecciano dentro ogni singola opera e finiscono per produrre una zona neutra della percezione – appunto la No Time Land – in cui esseri viventi, sfondi ed oggetti si ritrovano squadernati come sostanze salvate dalla corrente degli accadimenti. Il realismo della tecnica pittorica qui si piega ad un esito opposto: dall’esattezza dei dettagli emerge una enigmatica atmosfera di sospensione.

Questi ritratti possono essere considerati il prodotto di una straordinaria allucinazione (non priva di una vena malinconica). Sono al medesimo tempo impossibili ed assolutamente veri.

Stefano Loria


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