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Magnolia electric co - What comes after the blues
(Secretly canadian)
www.secretlycanadian.com



Is it the new Crazy Horse’s album ? no!, It’s Jason Molina (from Songs: Ohia)’s new band

Siamo al limite del plagio da parte di Jason Molina con questo primo album di Magnolia electric co ma il recensore non si sente di biasimare nè il prolifico autore nè la band. Le atmosfere sono esattamente quelle degli album di Neil Young prima di Harvest e – meglio ancora – quelle della celebre band che per anni è stata l suo fianco. Si parte ( bene ) con “The dark don’t hide it “ ma è nella seconda canzone “ The night shift lullaby “ che la sensazione di essere su un isola che non c’è diventa reale. Non sai se sorridere oppure prendere le cose per il verso sbagliato. Poi nel terzo brano, “leave the city “ una tromba stempera l’ effetto neil young che riappare però prepotentemente non appena Jason inizia a cantare. Una sensazione di devastante malinconia pervade la canzone e ti vine da riflettere quanto e quale sia il ruolo dell’interprete. Una nota blues fa sentire la presenza di qualcosa di trasversale ed agrodolce che subito attraversa la mente del recensore, indeciso se prendere o lasciare. E’ però in “hard to love a man “ che Molina mostra le doti che fino ad ora – in un modo o in altro – aveva nascosto dietro questo smaccato tributo ai Crazy Horse. Qui c’è qualcosa di più e di altro. L’autore di Songs:Ohia appare in tutto il suo spessore. Anche nella successiva “give something else away every day “ Magnolia Electric co dimostra i sapersi gestire con le dinamiche, i tempi e le emozioni sparse che caratterizzarono la musica di Young con i Crazy horse.
Inutile nasconderlo: è difficile capire da che parte va un disco se pensato così smaccatamente simile al suono di un’ altra band che poi è quella di riferimento di un artista di spessore colossale. Poco male, però; basta che suoniate molte volte “ what comes after the blues “e ci entriate un po’ dentro. Perchè in coda, nei brani acustici, Molina vine fuori alla grande con canzoni disperate come “ northstar blues “ e, soprattutto, “hammer down “. Da ascoltare ma con attenzione. Solo, cioè, se avete intenzione di dedicare del tempo a voi stessi e alla musica.

Ernesto de Pascale


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