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Bonnie Raitt
Montreux Jazz Festival, 7/07/2003

Bonnie Raitt non ha bisogno di presentazioni, ecco perché ha scelto la 37esima edizione del Montreux Jazz Festival come data più a sud nell’ Europa continentale in questo suo tour estivo 2003.
Qui l'atmosfera informale, voluta dal patron Claude Nobs impera anche se il business dell'intrattenimento intorno agli eventi è quello che vince. Ma tutto questo non importa a Bonnie Raitt che questa sera è ben contenta di far parte di una celebrazione della storia del rythm & blues, stretta fra i set della Rufus Thomas family e quello dell'ennesima formazione della Blues Brothers band.

Accompagnata da George Marinelli alle chitarre, da Ricky fataar alla batteria, James "hutch"Hutchinson al basso e dal versatilissimo tastierista Jon Cleary, la Raitt ha deliziato i 3500 paganti con il meglio del suo repertorio e qualche sorpresa.
Da"I believe i'm in love with you" (dei Fabolous Thunderbirds) a una grande versione di "everybody's cryin'mercy" di Mose Allison ("quando la cantai la prima volta era appena finito il Vietnam- afferma sconsolata- adesso è anche peggio...."conclude allargando le braccia) Bonnie ha suonato semplicemente la sua musica che è contraddistinta da quel sostenuto suono di slide guitar che ci riporta ai settanta, alle sue frequentazioni con Lowell George, al suon amore per la musica di new orleans che la nostra ha dimostrato di non aver dimenticato in "fool's game" e in una versione del gospel "help me lord" che ha dimostrato la modernità del genere. Poi per la rossa Raitt si sono raddoppiati gli applusi per "in the nick of time", per l'immancabile intermezzo semi acustico con i classici di sempre quali"love me like a man"e "angle from montgomery".

Bonnie, una del gruppo, niente di più, stile rilassato, sicurezza, humour e capacità di gestire una tournee ("a questo punto del nostro giro - ha confessato ridendo con gli altri del gruppo - ci amiamo tutti come pazzi!") ha portato bene a termine una serata riuscita con "something to talk about"e i bis "i can make you love me "e "real man". Dopo di lei la Blues Brothers band ma era dura - nonostante steve Cropper - fare di meglio. La serata era già sua, e da un po', nonostante i tentativi di far capire ai presenti che i veri, gli originali, erano gli altri. Ma la sua forza, la sua spigliatezza, l'originalità delle sue canzoni hanno fatto la differenza.
E andava bene cosi' proprio a tutti, alla fine!

Ernesto de Pascale

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