. Davide Enia – Rembò
LIBRI
Adieu, mon amour

Davide Enia – Rembò
Fandango Libri – 2006
Euro 15

www.fandango.it

Per il palermitano Davide Enia la performance epica del suo teatro di narrazione passa necessariamente attraverso la storia e la società.Voce riconosciuta di questo territorio della scrittura (insieme a Ascanio Celestini e Mario Perrotta ) Enia nel suo ultimo lavoro sceglie come spazio rappresentativo l’etere radiofonico.Recentemente uscito per l’editrice Fandango,il testo di Rembò è stato registrato e trasmesso da Rai Radio 2 in 15 puntate fra il dicembre del 2005 e il gennaio del 2006.La storia ‘allestita’ in quest’occasione ruota intorno alla figura di un calciatore siciliano dei primi anni ’70,Rembò appunto.Rembò è un poeta del pallone che a 19 anni si ritira dalla scena e da quel momento di lui non si sa più niente.Proprio con la sua illogica e misteriosa scomparsa parte l’inchiesta-ricostruzione realizzata da Davide Enia,straordinariamente sospesa fra documentazione giornalistica e vibrante fotografia di tutto un periodo pubblico e privato.

In Rembò Davide Enia intreccia notizie della vita del calciatore prodigio (anche mediante brani di interviste o di cronache sportive) con episodi e ricordi di vita dell’io narrante. Enia afferma che conduce questa inchiesta proprio per ‘fare i conti’ con alcune circostanze del suo passato,dentro l’ombra delle quali è costretto a introdursi scandagliando il mistero di Rembò.Come se piano piano, con lo sviluppo della narrazione,non contasse solo il fantasma di Rembò ma anche e soprattutto contassero i fantasmi personali di Davide.Ecco allora acquisire spazio e voce i genitori, la sorellina, la zia Pipetta e lo zio Serafino – figure fondamentali della sua formazione quanto dolorose. In Rembò l’affabulazione ha un ritmo che non conosce cedimenti, si racconta una storia raccontando altre storie con parole che hanno la capacità di creare immagini che ci fanno assistere alla narrazione. Anche la musica svolge qui un ruolo di capitale importanza. A margine di ogni pagina possiamo trovare il titolo dei brani utilizzati nelle puntate radiofoniche e questa bellissima playlist serve ad accompagnare o amplificare un pensiero, un quadro narrativo.


Gli scenari del monologo Rembò sono tutti attinti da Davide Enia all’interno della città di Palermo,la Palermo anni ’60 con le strade ancora di terra dove si giocava a pallone senza scarpe, Rembò come Davide.Questa Palermo non si limita ad essere un luogo del mondo in cui nascere e crescere, ma diventa vero e proprio spazio simbolico.Dentro scorazzano la fantasia e la libertà di Rembò,come pure parenti e conoscenti di Davide,non ultimi fanno la loro apparizione personaggi come Shakespeare, Borges,Jeff Buckley e Glenn Gould,Odisseo e Gesù. La religiosità del quotidiano si manifesta con immagini sacre e preghiere, indirizzate a tutto quanto di corporale e passionale componga l’esistenza nuda e cruda, dal cibo alle ragazze al calcio.

Rembò è un testo appassionato e emozionante sulla perdita della bellezza,sulle interruzioni repentine,sui cambiamenti definitivi. Come il poeta francese Rimbaud lasciò giovanissimo la poesia per farsi trafficante di armi,così il calciatore Rembò lascia il pallone e scompare senza lasciare traccia – prima di morire riapparirà anni dopo sulla costa atlantica a Finisterre a fare il cuoco per i pellegrini. Finisterre, il punto più estremo del continente nonché simbolo di un’esperienza finale.Il talento che viene interrotto senza un motivo comprensibile agli occhi altrui lascia un vuoto simile alla morte. Ma in Davide bambino anche la stupefacente magia ripetuta tutte le volte che calcia a piedi nudi il pallone.


Elisabetta Beneforti

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