. Le Sacre du Tympan

Le Sacre du Tympan
Terni, anfiteatro Fausto – Terni in Jazz
23 giugno 2006


The French Orchestra in its Italian debut

Mettiamo un po’ di colonne sonore, preferibilmente di maestri italiani come Ennio Morricone. Ci mescoliamo qualche ritmo burlesque (da strip-tease) e melodie da circo e da strada. Un pizzico di atmosfera west e film polizieschi. Poi mescoliamo e aggiungiamo una massiccia dose di rock psichedelico proveniente da Atom Heart Mother dei Pink Floyd, dall’acid jazz primigenio di Al Kooper e quanto basta di blues. Il tutto suddiviso per una big band formata da un nucleo rock attorno al quale è costruita una struttura orchestrale vicina a quelle di Count Basie. Impossibile? No, perché il risultato si chiama Le Sacre du Tympan, viene dalla Francia e si è esibito in prima italiana all’Anfiteatro Fausto di Terni nel corso della seconda edizione di Terni in Jazz. Una serata che li ha visti assoluti protagonisti nonostante un secondo set di un'altra validissima formazione francese, quella del trio di Eric Legnini, che come l’orchestra incide per la Label Bleu.
Le Sacre du Tympan è il sogno divenuto progetto di Fred Pallem, il direttore d’orchestra, bassista compositore e arrangiatore, che con la formazione è giunto al secondo album Le retour, disco già recensito su questo sito nel settembre 2005. Un sogno nato dopo la scoperta del direttore-compositore André Popp e dell’album Delirium in Hi.Fi, un disco che raccoglieva gusto del dettaglio, senso dell’umorismo, sensibilità e scelta delle melodie. Tutti elementi che avevano incuriosito Pallem il quale decide di formare una big band che recuperi i brani di Popp (cinquant’anni e nemmeno una ruga) e che interpreti i suoi che come spirito vi sono molto vicini, con una connotazione rock in più.



Un carattere che si trova nella composizione che più convince di Pallem, quel Train Fantôme dedicato a Screamin’ Jay Hawkins, brano complesso con le ispirazioni ad Atom Heart Mother ricordate prima e con la sezione fiati chiamata a un compito di canto e armonia al tempo stesso. Perché il segreto di ogni Big Band che si rispetti è quella di un gruppo che alterni momenti solisti ad armonie, come anche succede in Horny Biker (brano suonato come finale nel concerto, ma che apre Le Retour) o in Les Boniments du Couchemar, incubo dedicato sul palco da Pallem al nostro presidente del consiglio. Tanti i cambiamenti di ritmo all'interno dei brani con sonorità variegate e che destano sempre l'attenzione dell'ascoltatore. In evidenza il tastierista Vincent Taurell (collaboratore di Richard Sinclair, ex Caravan), il chitarrista Ludovic Bruni, Fred Gastard al sax baritono e Rémi Sciuto al sax contralto, protagonista in Sexy Sax di André Popp. Certo, nonostante la bravura di tutti, i componenti de Le Sacre danno l’impressione di non suonare troppo insieme (non è facile mettere insieme 17 elementi che sicuramente hanno altri impegni in formazioni diversificate), mentre Pallem dovrebbe lasciare il basso per essere più direttore puro e dare così un’impronta più marcata a suono ed esecuzione. Comunque ovazioni e grande successo con bis, con la speranza di riascoltarli presto da noi.

Michele Manzotti

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