Gov't Mule
16 LUGLIO 2006, Centrale del Tennis
Foro Italico
A party for a short number of friends.
Hey Warren: where’s my Mule???
I Gov't Mule hanno scelto Roma, Foro Italico, per la chiusura del breve tour europeo che li ha visti raccogliere fans e consensi in mezza Europa.
Il colpo d’occhio tuttavia non è di quelli da concerto rock ma rimanda alle immagini morettiane del “festival della felicità” (cit. Ecce Bombo): poche persone che, sparse per l’intera struttura,si meravigliavano per l’esiguo numero di fans romani adoratori del Mulo.
Non appena salito sul palco, lo stesso Warren Haynes infatti ha invitato la audience (alla fine si contavano si e no 500 persone) ad avvicinarsi al palco per quella che sarebbe stata una serata tra pochi amici.
Haynes è apparso ancora di più dimagrito ed in forma strepitosa, a dispetto degli altri della Band i quali hanno suonato alternando momenti di pieno vigore ad altri momenti in cui son sembrati opachi, quasi svogliati. In alcuni episodi, infatti, sembrava che Andy Hess, Danny Louis e Matt Abts avessero tirato il freno a mano e quello che ne veniva fuori pareva essere Warren Haines che suonava con una cover band dei Gov't Mule.
La setlist ha proposto vecchi successi quali Thorazine Shuffle, Soulshine, Fallen Down e Mule senza dimenticare le cover (tra le tante, una strepitosa Thats What Love Will Make You Do di Little Milton ed una citazione di Folsom Prison di Cash).
Tra i momenti topici della serata va ricordata l’inaspettata Drivin’ Rain (eseguita in Deep End vol. 2 con James Hetfield): una secca, asciutta esecuzione in cui i riff di Warren Haynes erano taglienti come lame. Una canzone che, nello show romano, ha mostrato il lato più southern dei Gov’t Mule (e non è infatti mancato chi ne ha approfittato per lasciar sventolare la sua bella bandiera degli stati confederati) .
L’apertura del secondo set è stata affidata ad una bella versione di “No Quarter” dei Led Zeppelin e tutto lo show è andato via via crescendo fino al finale con la classicissima "Soulshine" ed affidando poi il bis ad una vigorosa "Rockin' in The Free World".
Concerto in chiaroscuro e poche persone, a riprova che forse 3 date italiane sono ancora troppe per i Gov't Mule, band ormai di culto per tutti gli amanti del rock blues duro e puro.
"See you very soon", così ci ha salutati il buon Warren che, come suo solito, ha speso sudore ed energia sul palco dimostrando di essere uno dei migliori chitarristi in circolazione.
La speranza è quella di rivederlo presto, magari con più spettatori, in una venue più adatta di quanto possa esserlo un campo da tennis, sperando anche che i suoi amici della Band siano meno svogliati e più continui!
Giovanni de Liguori