Thirty years are passed since Argentinian generals took the power in the latin american country. Javier Girotto's quartet,Aires Tango,help us not to forget. Improvisation of jazz and tango melt together in this record.
Mai come in questi casi le note di copertina diventano importanti,fondamentali,non solo per capire quello che si sta per ascoltare ma anche per comunicare le reazioni umane di fronte alla tragedia. Questo cd,l'ottavo per Girotto e Aires Tango,è dedicato al ricordo degli avvenimenti che trenta anni fa macchiarono indelebilmente l'onore di un paese,delle sue forze armate certo non del suo popolo,o almeno non tutto. Forse la maniera migliore di capire è proprio leggerle queste note,ve ne riporto una parte in questo caso scritta dallo stesso bandleader : Quando nel 1976 un colpo di stato militare instaurò una dittatura basata sul terrore e sulla violenza a danno di giovani intellettuali,ma anche operai e parte di quella popolazione dell'area progressista che si stava evolvendo in quel periodo,avevo poco più di 11 anni....Ho visto sparatorie davanti casa per prendere i miei vicini con cui ore prima ridevamo assieme. Ho visto mia madre chiedere pietà ad una guardia carceraria donna affinchè rilasciassero una sua amica,e riuscì a salvarla;ma oggi,di lei,rimane solo la pazzia di quei giorni...
Questa è stata la dittatura dei militari argentini,raccontata in questo cd con la musica degli Aires Tango che fonde l'improvvisazione jazzistica e la sua forza evocativa con quella altrettanto potente del tango. Per gli argentini come il bandleader il tango non è solo un ballo ma molto di più : è il modo di raccontare la vita e le sue tristezze,il ricordo,il rimpianto,la gioia. Il ricordo viene reso ancor più vivido dalle testimonianze sonore che Girotto ha incluso in alcune delle 13 tracce del cd. Ascoltiamo infatti la voce di Jorge Rafael Videla,capo della giunta militare,che annuncia la presa del potere,quella del grande tangueiro Carlos Gardel,quella del generale Galtieri che annuncia la ridicola invasione delle isole Falklands per cui si scatenò una guerra con gli Inglesi,quella di una delle madri di Plaza de Mayo che parla con un giornalista straniero. Il rimpianto è per quelle trentamila voci che sono scomparse senza poter gridare il loro dolore,quei “Trentamila Cuori” che non battono più. La gioia è perchè anche un piccolo grande disco come questo ci aiuta a non dimenticare e a farci credere che,ancor di più adesso,sia giusto gridare noi per loro : non più guerra,non più dittatura.
Vorrei chiudere questa recensione,o sfogo,decidete voi,riportando un'altra parte delle note del cd,quella scritta da un'altra persona che era lì in quei giorni,Julio Velasco,grande uomo,non solo di sport : Il 24 marzo del 1976 avevo 24 anni quando la giunta militare del generale Videla prese il potere con un colpo di stato,il sesto dal 1930. Quella volta io sapevo che non sarebbe stato un "altro golpe in più"...Rafael,il mio migliore amico della superiore è stato assassinato insieme ai suoi due fratelli una settimana prima dei campionati mondiali di calcio del 1978. Guillermo il mio migliore amico dell'università è stato ucciso davanti alla moglie incinta e al figlio di tre anni. Mio fratello più piccolo Luis è stato rapito da casa di mia madre alle tre del mattino : è scomparso per due mesi,torturato e sottomesso a simulacri di fucilazione. Lui è tornato e dal 1977 vive a Madrid ma nè lui nè la mia mamma sono tornati ad essere come prima. Nessuno di noi è tornato ad essere come prima...
Alessandro Mannozzi
Tracklist:
L’ultimo giro
24/03/1976-“El Golpe”
Pachamama
Nunca Màs
Viaggio nella memoria
El Cacerolazo
Trentamila Cuori
Cambia
Desaparecidos
Ponte della memoria
Folk-lands
Plaza de Mayo
La Cautiva
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Track list
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