‘Empty Glass’ is Pete Townshend self-destruction and redemption diary. A stunning solo album.

‘Empty Glass’ pur essendo il primo album solista di Pete Townshend, è quello che rispetto ai precedenti - ‘Who Came First’ e ‘Rough Mix’ - si presenta come tale, non solo perché si discosta profondamente dal suono degli Who, ma perché le canzoni che lo compongono riflettono il desiderio profondo da parte del chitarrista di interrogarsi e di cercare di darsi delle risposte a se stesso e per se stesso.
La morte di Keith Moon avvenuta nel 1978 aveva gettato Pete Townshend in una profonda crisi artistico/personale, di cui ‘Face Dances’, il disco degli Who con Kenney Jones alla batteria, era stato il primo tentativo di risalita, peraltro non del tutto riuscito.
‘I Am An animal’ è la fotografia di un artista e di un uomo distrutto, dedito all’autodistruzione, cosciente che solo attraverso l’amore per se stesso potrà di nuovo tornare a vivere. Quello stesso amore che è cantato con così tanto ottimismo in ‘Let Love Open The Door’, il singolo che darà anche il successo commerciale a Townshend. In ‘Jools And Jim’ Townshend si scaglia contro la stampa ed in particolare contro Julie Burchill e Tony Parson, due giornalisti che avevano speso parole davvero poco rispettose nei confronti di Keith Moon. In ‘Keep On Working’ poi, Townshend sembra fare pace con se stesso, con il suo passato ed il suo presente: ‘continua a lavorare’, a suonare, nel suo caso, a fare ciò che ti piace ed a condividere questo con chi ti ama. Pete Townshend è l’uomo dal bicchiere vuoto perché troppo volte riempito, che sa chi è stato e chi è adesso e che non ha più voglia di nascondersi; Nella title track infatti afferma: “Don’t worry, smile and dance, You just can work life out, Don’t let down moods entrance you, Take the wine and shout”.
‘Empty Glass’ è un disco profondo e straziante, ricco di contrasti forti, un diario intimo di un uomo che ha vissuto sulla propria pelle le emozioni che canta, un artista romanticamente vero.

Jacopo Meille