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Enzo Gragnaniello - L’Erba Cattiva
(Nun/Fandango)
www.fandango.it

Brilliant ethnic oriented album by one of the most skillful italian singer/songwriter south of the border

Lasciatosi alle spalle, per forza o per scelta, il successo più superficiale, Enzo Gragnianiello nel suo nuovo album, “L’Erba Cattiva“ mette in luce le sue capacità musicale e cantautorali con una idea di suono davvero bella e convincente, sul bordo di un sound etnico mediterraneo che ritiene però un profilo stranamente roots & blues da South of the Border e che crea un curioso mix di mondi che poi - ci si augura dire il vero - sono il mondo di Gragnaniello, quello più vicino alla sua vera Napoli.
Un piccolo ensemble accompagna Enzo alle chitarre e al basso e l’inconfondibile voce sgranata è sottolineata dall’oud di Erasmo Petringa. Qui e lì ci pare che il cantautore abbia ascoltato Manu Chao e i nostri Bandabardò (come nel brano che dà il titolo all’album con la bella armonica blues di Bruno Fiengo); in “Femmena so’Stat’” ritroviamo con piacere la bravissima Petra Montecorvino, un altro talento naturale della musica partenopea che non ha mai avuto i riconoscimenti che si meritava, ma che resta una voce assolutamente unica e non sono nel panorama nazionale.
Un sottile mai intrusivo uso dell’elettronica emancipa certi passaggi del disco come “Maronna ’E’ l’Arco Mia”.
In generale si resta sorpresi dalla congruità dell’offerta che ha due momenti straordinari in “ Song’Animale “ e nella conclusiva “‘Stu’ Criato” liberamente ispirata alla Tarantella del Gargano in cui spicca una straordinaria immagine “la vita è come la morte/ sono vicini di casa e non si possono vedere/ anche se sono una cosa sola“. Queste due canzoni hanno il pregio di far volare un album che già si va posizionando alto sin dalla prima traccia.
Si lascino quindi dietro le spalle tutti i preconcetti e ci si tuffi dentro questo ottimo album di Enzo Gragnianiello sperando di vederlo presto portare in tour.
“L’erba Cattiva” è paragonabile, grazie anche alle sue forti tematiche sociali toccate, non solo alla migliore musica del bacino del mare nostrum ma anche alla migliore roots music americana senza assomigliarci neanche un po’ e si posiziona fra i migliori album italiani in dialetto del 2007, difficile da eguagliare e peraltro anche ben esportabile nei circuiti della migliore world music internazionale. Toccante il brano dedicato a Matteo Salvatore, “Nun è rapace“.

Ernesto de Pascale

Track List

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