. |
Steely Dan
Lucca - July 28th, 2007
Conoscendo la proverbiale laconicità di Donald Fagen, quel “What a Night!“, esclamato a piena voce solo a metà del primo ed unico concerto tenuto dagli Steely Dan in Italia, a Lucca, può essere inteso come una sincera espressione di gioia e gratitudine verso un pubblico caldo e competente che ha tributato al sessantenne leader e al suo socio Walter Becker una interminabile Standing Ovation a fronte di novanta minuti di esibizione davvero stellari e impareggiabili.
Successo largamente annunciato ma egualmente inatteso per l’energia, l’espressività e la precisione che i dieci sopraffini accompagnatori hanno profuso nei quattordici brani di una scaletta ben congegnata, che ha attraversato un binomio musicale che da quaranta anni si fa segnalare per la sua scrittura pop originale, ancora attuale.
Attingendo dalla tradizione del be bop, del funky anni settanta, del blues, delle big bands e, addirittura, del fraternity rock, Becker & Fagen sanno continuare oggi ad essere gli alfieri - se non addirittura gli eroi ! - di una generazione trasversale cresciuta con loro, che non si è mai voluta riconoscere negli stereotipi di questo o quel decennio.

Sono canzoni per tutti e di tutti quelle degli Steely Dan, il cui sense of humour, così prezioso su disco, viene recuperato dal vivo dalla perfetta e tornita originalità dell’ensemble che abbellisce le storie con specials e refrains che sembrano uscire dal grande libro degli standards della canzone statunitense.
A ascoltar bene i brani del concerto - che dal vivo acquistano una vitalità e un groove che il disco a volta nasconde fra le pieghe dei preziosismi - viene da pensare che il nuovo Real Book della musica americana lo abbiano scritto proprio loro: da “Time Out Of Mind” alla conclusiva “Kid Charlemagne” con il pubblico in piedi e le chitarre di Joe Harrington - direttore musicale - e Walter Becker a duettare, le sorprese sembrano non finire mai. Questo è sorprendentemente chiaro soprattutto quando la splendida Cindy Mizelle, corista di lusso, intona “Dirty Work”, tramutatasi, a 35 anni di distanza dal suo apparire nei solchi del primo disco “Can’t Buy a Thrill”, da agrodolce Country Rock in lussuosissima soul jazz ballad.
“L’Orchestra”, come è stato battezzato il gruppo da Donald, non perdona: guidati dal sorprendente Keith Carlock alla batteria (già notato nella edizione 2000 di Sweet Soul Music a Porretta dietro i tamburi della Blues Brothers Band) annovera fra le sue fila il meglio del meglio: Jim Puigh al trombone ha una sonorità calda e costante che farebbe invidia a Kai Winding, Will Young all’organo e alle tastiere non fa rimpiangere l’amatissimo e mai abbastanza celebrato Paul Griffin (entrambi neri). Eccellente lo swing del baritonista R. Rosenberg
E quando alla fine del concerto a Fagen scappa un perentorio “I Love This Place“ il tripudio tocca le stelle che il blues di “Pretzel Logic“ tramuta in isteria adulta. 
Augurandoci di rivederli presto dal vivo, ci sentiamo autorizzati ad affermare che lo sposalizio fra la Strana Coppia dl Rock Americano e il Pubblico Italiano si sia a tutti gli effetti celebrata sul palcoscenico del Summer Festival di Lucca che chiude con gli Steely Dan la sua edizione senza dubbio più bella e ricca di buona musica.
Ernesto de Pascale
Set list :
Jeri (intro)
Time Out Of Mind
Bad Sneakers
Two Against Nature
Hey Nineteen
Peg
Haitian Divorce
Josie
Chain Lightning
Aja
Kid Charlemagne
Pretzel Logic
My Old School
Caroline (outro)
tutte le recensioni
home
NEWSLETTER
|
. |