After the come back Ep Red Tendy, Mother Hips come back with a good album that share influence from Neil Young to Tom Petty.
I Mother Hips sono una della promesse mancate degl’anni novanta, il loro Back To The Grotto, inciso per la American Recordings e fu poco più di un illusione anche il vederli rivaleggiare con
Black Crows e Blues Travelers. Una crisi creative li atterrò e di lì a poco si sciolsero. Da qualche anno però i Mother Hips sono tornati attivi soprattutto in concerto e il ritorno in formazione di Tim Bluhm, ha rimesso in moto la macchina grazie anche all’innesto di un nuovo bassista (Paul Hoaghin). La lunga attività live che è seguita alla reunion e un attento lavoro in studio, hanno dato vita a Kiss The Crystal Flake, un bel disco che ci restituisce una band in grande forma in grado di mescolare saggiamente Tom Petty, Rolling Stones e Neil Young ma soprattutto un pugno di ottime canzoni rock. E’ il caso dell’iniziale Mission In Vain (grande l’organo di Jackie Green) con il riff rubacchiato da London Calling dei Clash, della godibilissima White Hills ma soprattutto della splendida rock ballad Not So Indipendent. Certo non tutto fila per il verso giusto, soprattutto quando tentano in TGIM e Let Somebody sonorità non loro strizzando l’occhio alla west coast degl’anni settanta. Kiss The Crystal Flake è comunque un ottimo punto di ripartenza per Bluhm e siamo certi che il valore dei Mother Hips prima o poi emergerà a pieno.
Salvatore Esposito
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Track list
1) Mission In Vain
2) Wicked Tree
3) Time We Had
4) No-Name Darrell
5) Let Somebody
6) Confirmation of Love
7) TGIM
8) White Hills
9) Not So Independent
10) White Headphones
11) Time-Sick Son of a Grizzly Bear
12) In This Bliss
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