Tales of Motels, Money, Madness & Murders from low profile scratchy americana french’s band
Nuovi sul mercato internazionale e in attività da poco più di un anno su quello d’origine, la Francia, Moriarty sono un quintetto acustico che affonda fino al collo in una miscela di folk, blues, country americana e murder ballads che spingono la formazione verso territori sempre più cari a un pubblico che va allargandosi a vista d’occhio.
Quieta band guidata dalla voce melanconica di Rosemary Standley che quando spinge pare Signe Anderson, la prima vocalist dei Jefferson Airplane, Moriarty uniscono esperienze di diversa provenienza: visitando la loro pagina myspace si scopre così che c’è chi è partito dalla Lousiana, qualcuno ha girovagato per l’Italia - dove, specificano, hanno rubato una Olivetti Lettera 22, quella con cui hanno scritto le note del disco! - per trovare finalmente tutti patria in Francia dove altri di essi già risiedevano.
Semplice riassumere i temi del disco: Motels, Money, Madness & Morders, e aggiungeremo in questa sede, more Motels per un ascolto desolato, sparso ma non disordinato, a tratti dimesso, sempre rigorosamente tendente alla concentrazione e a un minimalismo sulla scia dell’essenzialità.
Ecco allora che immaginare di ascoltare questo album da un vecchio grammofono a 78 giri viene facile e descrivere il suono di Morirarty come low profile scratchy americana prende un senso e potrà forse aiutare il lettore a comprendere i toni dell’opera (si ascolti la bella ghost track in coda al brano finale (lasciar scorrere fino a 13 minuti circa…).
Moriarty funziona musicalmente meglio quando lascia da una parte i toni agrodolci, toni di cui Rosemary è una specialista sulla scia di una evidente influenza in Billie Holiday, e opta per un groove più compatto, serrato, specie se guidato dall’armonica di Thomas Pulchavy come nella iniziale Jimmy, Cottonflower e nella conclusiva Jaywalker (Song for Beryl).
Ernesto de Pascale
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Track List
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