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Alasdair Roberts - Spoils
(Drag City)

Da anni lo scozzese Alasdair Roberts combatte la sua silenziosa battaglia per un nuovo folk delle isole britanniche, migliore, moderno ma pur sempre incontaminato. Cominciò nella metà degli anni novanta fino a farsi notare dalla stampa internazione nel 2003 con il suo splendido secondo album Farewell Sorrow, proseguire con il suo capolavoro, No Earthly Man, del 2005 un album di ballate tradizionali di morte in cui fa bella figura Isobel Campbell, fino all’intrigante The Ambers Gathers a cui partecipò Gerard Love dei Teenage Fun Club nel più ardito dei suoi esperimenti. Merito maggiore del ex leader del gruppo Appendix Out ( con cui incise 3 cd nei novanta ) è quello di applicare al folk i canoni della musica indipendente: coraggio, spregiudicatezza, attitudine contemporanea, velocità nel nome del risultato. Accompagnato stabilmente da due musicisti che molto fanno anche nel nuovo disco ( Tom Crossley, Gareth Eggie ) Roberts ha una magia tutta propria e in questo Spoils si lancia in alcuni momenti di totale libertà e spregiudicatezza come in Ned Ludd’s Rant, un coraggioso brano farneticante e scorbutico, degno della migliore Incredible String Band. Alasdair, una specie di Bonnie Prince Billy di Glasgow, canta con la sua tipica accorata intonazione tremula (Under No Enchantment) esponendoci poesia mistica, leggenda celtica, esplorazione rinascimentale e filosofia dell’Est nel nome di una più profonda riflessione sulle malattie delle società contemporanea.

Ernesto de Pascale

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