Conosciamo Tommy e le sue peripezie. Fu il più alto punto della creatività artistica, non solo di quella musicale, di Pete Townshend insieme a Quadrophenia, una pietra miliare del rock.
Il grande disegno di Pete e la complessità del libretto sulla storia del deaf, dumb and blind boy, incoraggiata da Kit Lambert, manager del gruppo e figlio del compositore e fondatore del Royal Ballett at Sandlers Wells, portò Townshend a sviluppare il tema fino al prestigioso debutto al London Coliseum, la deputata casa dell’Opera Inglese nel 1968.
Ci vollero alcuni anni, l’esperienza di Woodstock e Isola di Wight, il successo del meraviglioso Who’s Next per convincere il visionario produttore americano Lou Reizner ad offrire al management della band di portare l’esperienza di Tommy a un altro, inimmaginabile per l’epoca, risultato: mettere a disposizione della storia scritta dalla giovane rockstar la London Symphony Orchestra e l’English Chamber Choir corredati da una impressionante lista di altisonanti nomi a disposizione dell’evento. Sandy Denny, Graham Bell, Stevie Winwood, Maggie Bell, Richie Havens, Merry Clayton, Ringo Starr, Rod Stewart, l’attore Richard Harris si offrirono della stravagante idea di Reizner per rappresentare i caratteri di Acid Queen, Cousin Kevin, Uncle Ernie, l’intera famiglia di Tommy.
Alcune parole su Reizner: americano, capo delle operazioni Mercury per l’Europa, Lou lega il suo nome a due grandi album dell’epoca “Gasoline Alley” e “Every Picture Tells a Story” di Rod Stewart e al lento distacco del cantante dai suoi Faces. La versione orchestrale - e in seguito teatrale - di Tommy, sarebbe diventato il fiore all’occhiello per il resto della sua carriera, caratterizzata da altre grandiosità quali “Journey to the Centre of the earth” di Rick Wakeman e la colonna sonora di “All This And world war II” con Bee Gees, Peter Gabriel e Bryan Ferry prima della prematura scomparsa a soli 43 anni, nel 1977.
Lou Reizner programmò così uno speciale album doppio da pubblicare come strenna natalizia 1972, spinto nelle classifiche da una versione personalissima di “Pinball Wizard” interpretata da Rod Stewart.
Mettere insieme tutti gli elementi della “missione” fu impresa complicata : l’americano chiamò David Measham a condurre e Will Malone e James Sullivan ad arrangiare per orchestra. Le registrazioni si tennero agli Olympic studios di Barnes, Londra con molti dispendiosi giorni di prove. Le orchestrazioni si dimostrarono però tutte vincenti specialmente nel sostenere la eccellente versione di Acid Queen cantata da Merry Clayton e la malefica Cousin Kevin che John Entwistle fece ancora più sua del solito.
L’album venne presentato in una memorabile serata al Rainbow Theatre di Londra il 9 Dicembre, 1972. Peter Sellers in quella occasione sostituì l’attore Richard Harris mentre tutti gli Who accompagnarono l’orchestra e i cantanti presenti :Ringo Starr, Stevie Winwwood, Maggie Bell, Sandy Denny e Rod Stewart.
L’evento prenatalizio tolse all’album un po’ di autorevolezza, relegandolo a ruolo di strenna. Riascoltato nella nuova versione rimasterizzata dalla tedesca Repertorie mette in luce un lavoro immane e coraggioso e il perfetto cast vocale. Ad ogni buon conto teniamo a fare una specifica che la dice lunga sulla paternità dell’opera: gli inni del disco, “See Me, Feel Me” e “We’re Gonna Take It” anche nella versione orchestrale di Lou Reizner restano ad appannaggio di Roger Daltrey. Come dire, giù le mani dal marchio di fabbrica!.
Ernesto de Pascale
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