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I Miriodor sono un quartetto di Montreal formato da Bernard Falaise (chitarre, banjo, basso fretless), Pascal Globensky (tastiere), Rémi Leclerc (batteria) e Nicolas Masino (basso e tastiere).
L'esperienza che hanno alle spalle è ampia, gli esordi della band risalgono al 1980. Il loro jazz rock dalle tinte progressive e sperimentali è, a detta dello stesso gruppo, musica che si sviluppa per immagini: immagini di modernità, tecnologia, “la colonna sonora di un film con storie strane”.
Quel che c'è di bello in questo disco è che non si esagera mai nella direzione di un jazz rock troppo muscolare e ridondante. Si privilegia piuttosto la chiarezza dei suoni che ben evidenzia la complessità degli arrangiamenti, curati e fatti di piccoli incastri, meccanismi minuziosi che si muovono nel grande fluire complessivo della musica come piccole scatole cinesi. All'album partecipano ospiti come Pierre Labbé e Marie-Chantal Leclair al sassofono e Maxime St.Pierre alla tromba. Il quartetto, però, da solo si dimostra un ensemble autosufficiente. Anche quando gli ospiti non intervengono, pur senza l'apporto di strumenti propriamente melodici, il gruppo crea ampia varietà di dinamiche e suoni. Sette brani che sanno alternare pieni sonori a momenti più vuoti e minimali, come nel brano A déterminer. Da parte di una delle band storiche di casa Cuneiform, il segnale di una carriera che , come il titolo dell'album suggerisce, non accenna ad arrestarsi.
Giulia Nuti
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