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B.B. & THE BLUES SHACKS
Blue Avenue
Crosscut records 11079 Germany - 2003
Difficile trovare le ragioni del successo incontrato dal jump Blues in Europa senza aver sotto mano una analisi sociologica dei musicisti che lo suonano. L’Italia é un caso a parte: solo alcuni seguono l’evoluzione del Blues il cui ambito sembra limitarsi a Chicago e al Mississippi, con rare capatine a Memphis: rappresentiamo, in un certo qual senso, l’ortodossia del Blues per difetto. Nonostante il jump sia in parabola discendente negli States dopo la sbornia degl’anni novanta, in Francia, in Germania e nei paesi scandinavi ancora alligna con ostinazione. Chiunque si avventuri o abiti a nord di Zurigo, può facilmente incappare nei B.B. & the Blues Shacks, teutonici di passaporto, che si sarebbero dovuti chiamare A.A. & the Blues Shacks visto che i leaders sono i fratelli Micheal e Andreas Arlt, armonica/voce, e chitarra rispettivamente. Pur senza sapere chi sia B.B., coloro che amano il jump Blues troveranno qui ampia soddisfazione: gli Shacks interpretano in modo perfetto questo genere, colorando ogni pezzo con sfumature diverse in modo da evitare quella fastidiosa sensazione di già sentito. Come se non bastasse, si son voluti levare lo sfizio d’avere come ospite uno dei migliori chitarristi in questo campo, Alex Schultz, che é inutile presentare tant’é conosciuto anche a queste latitudini. I sedici pezzi di Blue Avenue, per la durata totale di quasi un’ora, schizzano via come un tappo di champagne e sarebbe sbagliato pensare che quelli con Schultz hanno qualcosa in piu’, perché tutta la band ha grande impeto pur mantenendo un suono preciso, favorita da una struttura classica dove al batterista Andreas Bock, s'aggiungono il contrabbasso di Henning Hauerken e il piano di Dennis Koeckstadt. Tra i pezzi spiccano la seconda «Do To Me» per la coralità tipica del jump, «Wait on Honey» con armonica e contrabbasso in evidenza, la sofferta «Worried Times» con un saggio organo, suonato da Jürgen Magiera, che fa da sfondo ai delicati svolazzi dei solisti. Solo due le cover, e questo può esser solo un titolo di merito che va ai fratelli Arlt, la classica «Beauty Parlor Gossip» con un notevole assolo di Shultz; segue «Answer to TT Special» di Andreas Arlt con l’organo ancora in evidenza. Inutile annoiare il lettore con una descrizione pedissequa di tutti i pezzi, ma é obbligatorio menzionare il lento «Good Night Sleep», un episodio quasi swamp «We Got Things To Work Out» dove Micheal Arlt dà del suo meglio all’armonica, e la finale «Shipwrecked» con una grande performance del fratello Andreas alla chitarra e stacco di contrabbasso. Bello, ma non é una novità, il digi-pack della Crosscut con le foto di Alex Küstner.
Luca Lupoli
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