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Aldo Nove - Lo scandalo della bellezza
No Reply, 2005

www.noreply.it



No Reply è un interessante laboratorio nato nel 2003 ,all’interno del quale si incontrano trasversalmente i mezzi di comunicazione – dall’editoria alla musica dai video ai fumetti – per condurre una ricerca formale sulla lingua e il crossover tra i vari generi musicali. Proprio in questo percorso la No Reply di recente ha pubblicato Lo scandalo della bellezza – ispirato all’opera di Fabrizio de André , ultimo lavoro per lo scrittore milanese Aldo Nove.Questo libro si presenta subito come qualcosa di differente dal solito inevitabile omaggio all’indimenticato musicista. Dalla sua prematura scomparsa nel 1999,infatti, tanto si è scritto attraverso esplorazioni critiche e agiografiche,finalizzate a custodirne memoria artistica e esistenziale. Aldo Nove aggiunge in questo panorama la sua personale rilettura della scandalosa bellezza dell’opera di Faber, dove le chiavi per entrare in quel mondo sono esclusivamente le emozioni in libero flusso di associazioni. Da Volume 1 a Anime salve viene attraversata tutta la discografia ufficiale di De André e con una scansione tanto veloce quanto rigorosa prende corpo un intero immaginario. Dunque è la parola poetica che restituisce i colori, la dolce rabbia, la ‘fuga dalle rotte’ dell’uomo e del suo universo musicale, con il fine di riascoltarlo/ascoltarlo o ri-avvicinarsi a lui ‘ con i fiori rimasti sull’orlo del precipizio con i polsi dei fiori tagliati dal destino bagnato dalla pioggia dal dispetto degli dei’.Stiamo così leggendo lunghi componimenti che durano lo spazio ideale dell’ascolto di un album, testi ritmati su citazioni dai testi di De André, su immagini evocate,spesso giocati su straniamenti linguistici. Inevitabile scoprire le suggestioni letterarie e musicali che stanno a monte di quest’opera-“atto d’amore” e che si muovono fra Cage,Morton Feldman,Beckett e i Joy Division, senza perdere quello ‘scrivere bop’ di Kerouac come lezione di tecnica che Aldo Nove scrittore ‘di ricerca’( così si presenta,così ne parlano….) sembra aver appreso con esattezza.Materiali e fonti di ispirazione si intrecciano, così come l’opera riflessa del cantautore con l’opera di riflesso di un poeta in vena di nostalgia.Ci sono più piani di lettura e si può seguire quella che meglio crediamo, sempre che crediamo legittima nonché necessaria una ri-scrittura di questo tipo. Rimane insomma un dubbio fugace su questa operazione letteraria: si tratta di un vero e proprio tribute ad un grande poeta novecentesco oppure di una passabile compilazione di cover (leggi vantaggioso esercizio di stile?) I lettori potranno sciogliere l’enigma a loro piacimento e secondo i loro sentimenti verso De André. Nondimeno la misura del verso è ancora una volta forse quella più congeniale a Aldo Nove. Magari non dispiacerebbe che Nove allestisse un reading di questi componimenti, considerate le sue apparizioni in letture accompagnate da musica e negli ‘slam’ romani. Faber sicuramente apprezzerebbe.


Elisabetta Beneforti

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