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Lucinda Williams - Live At The Fillmore
(Lost Highway)
www.lucindawilliams.com
Lucinda Williams released her first live album titled Live At The Fillmore. This double album features one of the best bands on the road today and their performances with Lucinda Williams are an extraordinary balance of aggression and finesse that perfectly complement her unique vocal style and songwriting.
Quando si parla di Live At The Fillmore non può che venirci in mente uno dei più grandi dischi del rock come li mitico live degli Allman Brothers. Certo da oggi la cosa diventerà più difficile perché a comprometterci l’associazione di idee è arrivato uno dei più bei dischi dal vivo degl’ultimi anni, Live At Fillmore di Lucinda Williams. Inciso durante il tour di World Without Tears, questo disco
raccoglie il meglio dei tre concerti tenuti dalla rock-girl nel tempio del rock di San Francisco. Accompagnata da una band ristrettissima composta da Dough Pettibone alla chitarra, Taras Prodaniuk al basso e Jim Christie alla batteria, Lucinda, attraverso il suo ruvido country-rock (un vero marchio di fabbrica ormai), trasmette una carica emotiva e poetica senza eguali facendo arrivare dritte al cuore le sue “sweet sad songs” in cui canta i tormenti della provincia americana. Le canzoni di Lucinda hanno uno sfondo autobiografico, e si sente da come lei approccia i suoi testi, con quale carica lei si avvicina a brani come Lonely Girl, Overtime e Essence. C’è poco da fare quando si ha di fronte tanta potenza espressiva, se non ascoltare. Il repertorio scelto per questo disco, privilegia i suoi ultimi due album, Essence e World Without Tears, tuttavia non mancano brani dal passato come Pineola e Changed The Locks, il tutto sapientemente riarrangiato lasciando molto spazio alla band che spesso e volentieri si scioglie in eccellenti jam strumentali che ci riportano alla mente le migliori pagine dei Crazy Horse. Non è tutto qui però, ma c’è ancora di più, perché spesso e volentieri è la stessa Lucinda a guidare le lunghe jam come nel caso di Out Of Touch o ancora di Joy che si prolunga oltre gli otto minuti, in un atmosfera dolce-amara di rara intensità. Che dire ancora se non consigliare a tutti questo splendido disco.
Salvatore Esposito
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