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Artisti Vari - Boonaroo 2004
(sanctuary)
www.boonaroo.com



The magic is back!

Comincia his bobness, come sono soliti chiamarlo in Gran Bretagna, Bob Dylan e, circa 250 minuti dopo sono i giapponesi Tokyo Ska Paradise Orchestra a salutarci. E’ il resoconto dell’edizione 2004 di Boonaroo, festival supremo dell’eclettismo in musica. Ritornano i Dead (sempre riconoscenti) , ma fra quelli che più convincono ci sono i My morning Jacket band dalle molteplici risorse, mix di rock e molto altro. I Gov’t Mule, ma più in generale Warren Haynes, fa la parte del leone sia con i suoi Mule che interpretano “Blind man in the Dark“ sia con i Dead (sempre riconoscenti). Non di men i King of Lion, band su cui alcune riserve andranno presto sciolte, convincono così pure altri artisti minori come The Black Keys, un duo fra i preferiti de il Popolo del Blues. Il resto del doppio cd dell’edizione 2004, particolarmente ben riuscita e fortunata, sono gruppi che rappresentano bene una musica americana fino ad oggi ad appannaggio di pochi; band come Moe, String Cheese Incident. Ween, Umprey Mc Gee’s, Guster, sono fenomeni di una certa consistenza negli Stati Uniti ma che da noi hanno un tono esotico e non sono per niente radicati perché il pubblico italiano non ne ha una percezione reale. Lo stesso dicasi per Ani di Franco che qui da noi piace, ma rimane sempre ai bordi del sistema. Festival antagonista, un pò fricchettone ma molto molto alla moda, Boonaroo rimane per noi europei, italiani in modo particolare, un buon metodo di relazione a questo panorama che gli americani chiamano delle ”jam bands” che altresì sarebbe un fenomeno davvero di nicchia e riservato a un pubblico che fa riferimento a un solo negozio di dischi, a una sola testata, a un solo modo di vedere la musica. Ciò è esattamente il contrario dell’eclettismo che Boonaroo 2004 propone.

Ernesto de Pascale



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