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Holly Williams - the ones we never knew
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Hank Williams’ grand-doughter publishes his first solo album. The american magazine “Bender” has defined her “The next big thing”, so great hopes for her future
Giovanissima si affaccia sul mercato la nipote di Hank Williams, grande padre della country music. Holly, figlia di Hank III, ha le carte in regola per una carriera dal forte potenziale: i tratti artistici la posizionano naturalmente nel filone più contemporaneo del nuovo cantautorato americano ma sul versante più pop e radiofonico di esso. Nel suo primo album “ufficiale“, “The ones we never knew” (forse ispirato al nonno mai conosciuto) alle spalle di Holly appaiono nomi celebri della discografia a partire dal fotografo Henry Diltz (l’autore delle copertine di “déjà vu” di Crosby,Stills, Nash & Young, “Desperado“ degli Eagles, America, Jackson Browne, Joni Mitchell e molto molto altro), per continuare con Ahmet Ertgun vecchio vate della Atlantic records, fino a Billy Boy Thorton, Ron Sexsmith, Bobby Bare jr dei Lambchop. Particolarmente belli e intensi i brani “take me down”, “sometimes”, “between your lines“, “man in the making” dal ritornello deciso ed incisivo; canzoni semplici il cui tema dominante è l’amore in tutte le sue sfumature e la cui caratteristica migliore è la sintesi. Colpisce l’intensità dell’esordiente Holly, un’intensità che pare venire da lontano e una notevole confidenza nelle canzoni che scrive ed interpreta con consumata professionalità nonostante la giovane età. “The ones we never knew” è caratterizzato nel suo insieme da un forte senso d’intimità, come se Holly lo avesse registrato in salotto, la sera, dopo cena. La rivista specializzata americana “Bender“ ha definito Holly Williams “the next big thing“. Adesso, canzoni alla mano, non resta che aspettare.
Ernesto de Pascale
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