. The Secret Machines – Ten Silver Drops
A secret in the machine! A secret in the machine!
The Secret Machines – Ten Silver Drops
(Reprise Records)
www.thesecretmachines.com
www.repriserecords.com

A roaring, convincing, powerful trio at his second album. The right one to make it big!

Un sound ruggente, avvolgente, tridimensionalmente profondo accoglie l’ascoltatore fin dalle prime note di Ten Silver Drops, secondo album dei Secret Machines .
New Yorkesi di adozione, I Secret Machines lanciano sul mercato la loro seconda opera a distanza di un paio d’anni dal loro ottimo debutto, Now Here is Nowhere (Reprise Records) , del 2004.
Se nel primo album la band si dimostrava più legata alla psichedelia e al rock progressive, questa volta il gruppo sfrutta di più la carta delle canzoni e mette insieme un album più facilmente fruibile per il grande pubblico.
Senza dimenticare quanto di buono già costruito in passato, il gruppo regala composizioni molto a fuoco come la traccia di apertura Alone, jealous and stoned.Un rock classico e incisivo che non disdegna, ma sfrutta in modo intelligente, anche i benefici dell’immediatezza del pop e di ritornelli ben giocati. A detta del gruppo, brani come questo e Lightning blue eyes raccontano il senso di spaesamento che si prova tornando a casa dopo 18 mesi in tournee e scoprendo che il proprio ambiente familiare sembra quasi estraneo. In altre parole, le loro sensazioni tornando a casa dopo l’inteso tour che per un anno e mezzo ha accompagnato la promozione di Now Here is Nowhere.
Addentrandosi nella sezione centrale di Ten Silver Drops si scende più a contatto con l’anima psichedelica della band. Hard rock melodico con parentesi più free form per la buona Daddy’s in the Doldrums, prima di trovarsi catapultati nel cuore di uno dei capolavori dell’album , I Hate Pretending.
Ben prodotto, ben costruito e ottimamente suonato, il brano è quello in cui il gruppo si lascia maggiormente andare, abbandonandosi ad uno strumentale rumoroso e psichedelico che lascia scorgere probabilmente il lato migliore dei Secret Machines. Chitarre rock nella più classica delle accezioni, a cui si uniscono i giusti effetti e i tocchi riconoscibili che fanno comprendere sia quanto il sound della band sia personale sia quanto questi tre musicisti affrontino con determinazione i propri strumenti.
I want to know if it’s still possible è una ottima ballata dai toni scuri, giocata al momento giusto, orecchiabile e perfetta per dare all’album il giusto equilibrio nell’ottica della scaletta complessiva.
In chiusura il brano 1000 seconds, più pop, corale e strappalacrime ma mai scontato nella scelta dei suoni, e sensato nel contesto dell’album.
Otto brani sono la giusta lunghezza per un album che dimostra come i Secret Machines abbiano idee chiare e voglia di farcela, e come forse sia giunto il loro momento per un riconoscimento a livello internazionale.

Giulia Nuti

Track list

1.Alone, joalous and stoned
2.All at once (it’s not important)
3.Lightning blue eyes
4.Daddy’s in the doldrums
5.I hate pretending
6.faded lines
7.Iwant to know if it’s still possible
8.1000 seconds

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