After ten years with Say Zuzu, Jon Nolan goes solo with a completely home recorded album, titled When The Summers Lasted Long. This album produced by Paul Kolderie (famous producer of Radiohead and Uncle Tupelo) is a well-written and well-played collection of songs.

Dopo dieci anni di militanza nei Say Zuzu, famosa band roots-rock, Jon Nolan, ha deciso di imboccare una nuova strada come solista, incidendo a casa sua When The Summers Lasted Long, con l’aiuto fondamentale di Paul Kolderie (già con Radiohead e Uncle Tupelo, per citare le band più famose) alla produzione. Se nei Say Zuzu, la personalità di Nolan era sovrastata da quel personaggio che è Cliff Murphy, questo disco ci mostra un cantautore di spessore con ottime chance per ben figurare. Il disco sostanzialmente è vicino alle atmosfere e ai suoni della sua vecchia band, ma con la differenza importante che la maggiore introspezione dei brani da la sensazione di essere di fronte ad uno stile in piena evoluzione. Non è nemmeno da sottovalutare l’impostazione pop di alcuni brani che appare chiare in alcune scelte di arrangiamento dove ora un piano in bella evidenza, ora trovate come lo xilofono in Hey Now danno al disco una bella dose di vitalità. In questo senso ci sembra ovvio rimarcare l’apporto di Paul Kolderie che ha senza dubbio dato una marcia in più al disco. Non basta tuttavia questo per fare di Nolan un personaggio in grado di sfondare in senso assoluto o di cambiare minimamente la scena roots ma brani come Mary (Won't You Come Along?), Every morning, o la conclusiva Hope, Ar non vanno assolutamente sottovalutati sia per il loro impatto melodico sia per la consistenza dei testi. Convince, insomma, questo debutto di Jon Nolan, ma aspettiamo i suoi prossimi passi per dare un giudizio definitivo.

Salvatore Esposito