This album’s cover is a tribute to Bob Dylan’s The Times They Are A-Chaning and the sounds recall the folk revival movement. Hope & Other Casualties is a good example of new wave of protest song in USA and is a good opportunity to familiarize with Mark Erelli’s songwriting.

Che Mark Erelli fosse un fans di Bob Dylan, era noto a tutti, ma che lo mettese in evidenza anche con una copertina tribute a The Times They Are A-Chaning, non ce lo aspettavamo. Con alle spalle una buona ma non eclatante produzione, Mark Erelli, tenta di fare il salto di qualità con Hope & Other Casualties. In parte ci riesce, perché le canzoni sostanzialmente si reggono su stilemi da protest song degl’anni sessanta, e in più divagano nelle molteplici radici della musica americana, lambendo anche il soul, in parte purtroppo no perché nonostante le grandi potenzialità il ragazzo tenta sempre di scavare sul già noto, senza cercare nuove soluzioni sia melodiche sia compositive. Ecco che parlare di new wave della canzone di protesta negli States, recensendo questo disco, mi sembra troppo nonostante, gli elementi ci siano tutti. Nonostante questi difetti, particolarmente interessanti sono brani come Imaginary Wars, Seeds Of Peace, e The Only Way che riflettono tematiche di attualità come la guerra in Iraq. Blandi invece i tentativi di stemperare la tenzione con la dolce Seasons Pass, o con la beatlesiana Undone, molto meglio invece va con Hartfordtown 1944, in cui si nota un lieve cambiamento di prospettiva stilistica. Nonostante i temi trattati di sicuro interesse e l’approccio folkie d’altri tempi, Hope & Other Casualties, non rappresenta ancora bene le qualità di Mark Erelli. Un minore attaccamento ai suoi idoli, darebbe sicuramente più frutti.

Salvatore Esposito