Canadian blueswoman’s best album and one of the best Ruf Records’ album ever, too
Nuovo album per la blueswoman canadese Sue Foley, secondo la etichetta tedesca Ruf, e suo migliore da anni. “New Used Car “ ha il pregio di essere costruito su riff semplici che ricordano i Rolling Stones di “Sticky Fingers “ e “Exile on Main street” e non ha velleità di ricerca. La canzone che dà il titolo all’album riassume le linee di un disco che gioverà alla carriera della Foley che tenta di allontanarsi dal modello vocale Bonnie Raitt, la blueswoman alla quale tutte le ragazze bianche che cantano il blues fanno riferimento, forse ancor più che a Janis Joplin. Uno stile compatto e brani ben arrangiati fanno di “New Used Car” un disco godibile ed estremamente radiofonico.
Il più recente album della canadese Sue Foley è uno dei migliori dischi della etichetta Ruf il cui maggior merito è quello di aver trovato spazio a un rock blues elettrico che i puristi volevano morto e sepolto ma che l’antica attitudine tedesca al genere che affonda le radici nei tardissimi sessanta dovrebbe far riflettere trova ancora tanti adepti specialmente in quei festival estivi dove la gente non cerca la raffinatezza ma una quantità che li mandi via sazi.
La Ruf, nata dal management del compianto Luther Allison del quale detiene i diritti di tutto ciò che ha prodotto nei suoi ultimi dieci anni di attività, per altro i più proficui, ha così negli anni collezionato un catalogo con molte produzioni e certi artisti dati, dal grande pubblico e dalla critica, per spacciati.
Robin Trower, Caned Heat. Mike Harrison degli Spooky Tooth, il talentuoso e incompreso Kevin Coyne, riscoperto proprio dalla Ruf. hanno costruito una solida base, trampolino per molti nomi nuovi ( Aylester Lister, e poi le ragazze della scuderia: Sue Foley, Ana Popovic ,Erja Lyytinen , Thomas Ruf non fa mistero che a lui piacciono, come dargli torto…).
Il merito è tutto di un sol uomo, Thomas Ruf, quarantacinquenne fricchettone e divertente, che vive ancora oggi nel mezzo in una meravigliosa quanto bruma campagna ai limiti dell’ex Germani Est poco distante da Kassell, in un paesino di 4 case ( contate!) del quattrocento da cui dirige le operazioni con una sola segretaria al fianco e una giovanissima compagna e che per anni ha coperto gli ammanchi economici della sua amata etichetta ( oramai non più così in perdita, afferma lui orgoglioso ) attingendo dalla sana economia familiare ( una avviata azienda vinicola familiare poco distante da Monaco di Baviera).
Il blues per anni, per decenni, è stato prodotto da appassionati che si sono frugati in tasca, non tutti sono imprenditori come lo furono i Chess, e Ruf appartiene a questa categoria- Thomas si merita rispetto e stima, anche se i dischi della sua etichetta continueranno a far storcere il naso ai puristi i quali potrebbero però ogni tanto parlar meno e fare qualche donazione in più a quelli che più coraggiosi si sbattano per un ideale.
Buona fortuna.
Ernesto de Pascale
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